29 Agosto 2023
Twitter: @cristhianebasta
Il Comune di Milano è in movimento, deciso a liberare gli ex bagni pubblici di via Esterle, situati nella zona di via Padova, allo scopo di costruire una moschea. Tuttavia, mentre l'attenzione è concentrata su questa trasformazione, numerosi altri luoghi occupati persistono, generando un degrado che crea disagio tra i residenti.
Nell'ottobre del 2022, la "Casa della Cultura Musulmana", un'associazione con sede a Milano, ha vinto un bando del Comune per ottenere il permesso di utilizzo degli ex bagni pubblici. L'intento dell'ente è di costruire una moschea in questa area. Questa scelta ha prevalso tra le numerose proposte avanzate al Comune da vari enti e associazioni interessate a quel spazio.
Gli inquilini dei locali in questione hanno avuto diversi incontri con i rappresentanti del Comune per cercare una soluzione abitativa per coloro che stavano lasciando la struttura, senza però trovare un accordo che possa andare bene a tutti. I primi a non approvare la costruzione di una moschea, sono i residenti della zona, appoggiati dalla Lega. Tuttavia, il Comune decide di procedere con lo sgombero del posto, iniziato stamattina all'alba, per la costruzione del luogo di culto.
La proroga per la cessione dello spazio, accordata fino alla fine di agosto, è stata concessa principalmente per cercare soluzioni alloggiative per gli occupanti. Tuttavia, la situazione rimane irrisolta. La Rete "Ci Siamo" ha affermato: "A metà luglio, dopo un incontro iniziale con il Comune, abbiamo concordato impegni reciproci. Noi abbiamo fornito un elenco con il numero di persone che risiedono qui, le loro età e occupazioni. L'Amministrazione avrebbe dovuto proporre soluzioni adeguate. Tuttavia, le alternative ipotizzate non si sono dimostrate praticabili: in un ostello sono disponibili soltanto due camere, per un totale di quattro posti letto. Inoltre, il costo ammonta a 450 euro a persona, un importo insostenibile per chi guadagna circa mille euro al mese". Insomma, il Comune per ora non riesce a trovare le risorse per poter aiutare a trovare nuovi alloggi a tutti gli sfrattati.
I rappresentanti della Lega a Milano, Silvia Sardone e Samuele Piscina, hanno accolto favorevolmente l'evacuazione dopo sei anni di occupazione, ma hanno anche espresso preoccupazioni sull'atteggiamento del Comune, guidato dal Pd. "Spiace constatare l’atteggiamento del Comune guida Pd: silenzio totale sulle occupazioni di case popolari ed edifici dismessi, impegno a trovare soluzioni quando si deve fare la moschea. Segnaliamo, tra l’altro, che quest’area non è adeguata e non ha i requisiti per realizzare la moschea". Ricordano poi che i residenti della zona non vogliono che lo spazio diventi l'ennesimo luogo di culto islamico a Milano, essendocene già molti nella zona.
Sardone e Piscina concludono il loro intervento dicendo: "È pazzesco che il Comune di Milano non abbia soluzioni contro l’insicurezza e il degrado di questa periferia ma si impegni così tanto per far costruire una moschea. Evidentemente il loro obiettivo è fare di Via Padova un ghetto islamico, con ancora più problemi per il quartiere".
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