07 Agosto 2023
foto Stefania Bonaldi @facebook
Il toast diviso a metà tra due clienti, ha un sovrapprezzo di 2 euro: non è una nuova legge, ma è quanto accaduto sul Lago di Como, in un bar di Gela Lario, dove due turisti si sono ritrovati il surplus sullo scontrino al momento del pagamento, con tanto di dicitura: “diviso a metà”.
L’episodio è avvenuto a fine giugno, lo scontrino è stato caricato sul noto portale di recensioni TripAdvisor, per poi finire sui social e diventare virale.
L’attività in questione è il bar Pace di Gela Lario, in cui Antonio Villa, cliente occasionale, si era recato per una consumazione con la fidanzata, con cui aveva ordinato un toast vegetariano con patatine, una coca cola, mezzo litro di acqua frizzante e un caffè, tutte voci riportate sullo scontrino che cita anche il sovrapprezzo per il toast diviso in due.
Uno scontrino che ha lasciato di stucco il cliente il quale ha poi scritto una recensione su TripAdvisor caricando il documento fiscale: “Prendi un toast, chiedi di tagliarlo a metà per darne un angolo alla tua compagna e, magia, il programma già prevede la voce “diviso a metà” al costo di 2 euro – scrive Antonio Villa –. Ebbene sì, nel Comasco succede anche questo. Non mi era mai successo nel mondo che ho visitato”.
Il titolare del bar Davide Buzzi Franzoso, tuttavia, ha replicato alla recensione spiegando le ragioni di quel sovrapprezzo: “Se un cliente mi chiede di fare due porzioni di un toast devo usare due piattini, due tovaglioli e andare al tavolo impegnando due mani. È vero che il cliente ha sempre ragione, ma è altrettanto vero che le richieste supplementari hanno un costo”.
La vicenda ha suscitato tanta curiosità e un dibattito aperto sui social, in cui ci sono due correnti: chi critica il sovrapprezzo per il taglio del toast, chi fa notare che la richiesta è stata regolare e inserita in scontrino con relativo pagamento delle tasse e chi invece parla molto bene dell’attività.
A dare manforte al titolare del bar Pace, anche un altro esercente del territorio che dichiara: “Le richieste dei clienti sono tutte legittime, ma se comportano un impegno doppio per chi serve, mi pare equo chiedere un costo suppletivo per la consumazione”.
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