31 Luglio 2023
“Lucido”, così viene descritto Zakaria Atqaoui dagli agenti che l’hanno interrogato, né sconvolto né pentito. Ha 23 anni il ragazzo italo marocchino dell’hinterland milanese che poche ore dopo la scoperta della morte della ventenne Sofia Castelli, uccisa con diverse coltellate (anche alla gola) a Cologno Monzese, ha fermato una volante per strada ed ha confermato che sì, è stato lui ad infilare quella lama nel corpo dell’ex fidanzata, ancora ed ancora.
Ancora poche le informazioni riguardo a questo 23enne, una vita che sarà scoperta mano a mano nelle prossime ore. Intanto piccoli sprazzi di una personalità apparentemente fredda, che spuntano fugaci dai post di Instagram pubblicati prima dell’arresto o dai commenti, taglienti, detti a mezza bocca dagli amici di Sofia radunatisi davanti casa della vittima per lasciare un fiore.
Foto che si inseguono sul profilo Instagram del presunto assassino: Atqaoui in motoscafo in canottiera e promontorio di sfondo; Atqaoui dal barbiere a farsi un taglio alla moda, capelli rasati ai lati e lunghi sopra; i festeggiamenti dopo l’esame di maturità con in mano una bottiglia di birra e la didascalia “Maturi ma ignoranti”.
Dei genitori, neanche l’ombra. La voce che gira a Cologno è che siano a Dubai, ma per adesso nessuna notizia da parte loro. Secondo qualcuno, sarebbero morti da anni. “La relazione con Sofia – sono le parole di alcuni amici della vittima – era durata per due o tre anni. Ma era un continuo lasciarsi e riprendersi. Dei suoi genitori non sappiamo nulla”. Gli amici, poi, continuano: “Di certo, a casa di Sofia era stato accolto come un figlio”.
Eppure, nonostante la fiducia, e l’affetto, accordatogli dalla famiglia Castelli, c’è chi, tra i coetanei che conoscevano la (ex) coppia, dice: “Era uno che non aveva compagnia, uno che tenevamo alla larga, magari ti incrociava per strada e attaccava briga. Con noi aveva litigato, a turno, con tutti”.
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