30 Luglio 2023
Sofia Castelli, fonte: Facebook @Salvatore Manolas Rinaldi
Sofia Castelli è stata uccisa dall'ex nel sonno, nella sua camera da letto a Cologno Monzese in provincia di Milano, dove viveva. La vittima era stata fidanzata con il 23enne Zakaria Atqaoui per circa tre anni ed i due sembra avessero trascorso la serata in discoteca assieme. Non solo: il killer ossessionato dall'ex, spiata anche sui social, le avrebbe rubato le chiavi di casa per commettere il delitto efferato. Spunta dunque anche l'aggravante della premeditazione.
Zakaria ha immediatamente confessato l'omicidio: "L'ho uccisa. Ho accoltellato la mia ragazza". I due ragazzi si erano lasciati due settimane fa, dopo una storia di alti e bassi. La 20enne era rincasata da poco dalla serata che secondo alcune fonti avevano trascorso insieme: assieme a Sofia un'amica stretta, che non si è accorta di nulla. Zakaria è stato ospite della famiglia della ragazza per circa un anno e mezzo visto che i suoi si erano trasferiti all'estero, ed i genitori di lei lo hanno trattato come un figlio.
Sofia è stata brutalmente uccisa con delle coltellate alla gola. Assieme a lei come detto era rimasta a dormire un'amica. Zakaria si è intrufolato nell'appartamento all'alba, preso un coltello da cucina ed assassinato l'ex fidanzata, accoltellata più volte e non solo alla gola. Sarebbe poi scappato e si sarebbe diretto verso la stazione della polizia locale per confessare l'omicidio.
La vittima viveva con i genitori ed il fratellino, ora disperati per l'accaduto, ma in quel momento in Sardegna. Il corpo di Sofia è stato trovato esanime per terra in camera sua. La vittima viene descritta da amici e conoscenti come una "brava ragazza", studentessa e lavoratrice, mentre Zakaria è per tutti un "mezzo sbandato", senza progetti veri per il futuro in testa e spavaldo. “È un provocatore, un tossico, non ha un lavoro, non fa niente nella vita”, ripetono gli amici della vittima. Una vita passata prima a Cologno poi Vimodorone dove è rimasto da solo causa il trasferimento dei genitori.
Gli investigatori si sono catapultati nell'abitazione dopo la confessione del 23enne. I carabinieri della compagnia di Sesto San Giovanni, coordinati dal pubblico ministero di Monza Emma Gambardella, stanno cercando di ricostruire l'intera dinamica. Gli inquirenti stanno valutando anche di riconoscere l'aggravante della premeditazione. Ora bisogna aspettare i risultati dell'autopsia.
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