13 Luglio 2023
Martina Scialdone foto @Ordine Avvocati Roma
La Procura di Roma ha chiesto il giudizio immediato per Costantino Bonaiuti, l’ingegnere di 61 anni che il 13 gennaio di quest’anno ha ucciso a colpi di pistola all’esterno di un ristorante al Tuscolano, la compagna Martina Scialdone, avvocatessa di 35 anni.
Le pm del pool antiviolenza della procura capitolina Barbara Trotta e Daniela Cento coordinate dal procuratore aggiunto Michele Prestipino contestano all’uomo l’aggravante della premeditazione e i futili motivi e abietti.
L’uomo, stando alle indagini, aveva anche installato un satellitare gps sull’auto della 35enne per controllarne gli spostamenti.
L’accusa è di omicidio volontario e i motivi futili e abietti sono rappresentati dalla “gelosia dall'aver agito contro una persona a lui legata da relazione affettiva”. La premeditazione viene contestata in quanto l’uomo ''portando con sé l'arma sul luogo dell'appuntamento, essendo consapevole della volontà di interrompere definitivamente la relazione, controllandone gli spostamenti grazie all'installazione clandestina di un dispositivo gps collegandolo al suo cellulare''.
Costantino Bonaiuti si trova in carcere a Regina Coeli e gli viene contestato anche il porto illegale in luogo pubblico della pistola semiautomatica Glock, detenuta per uso sportivo.
Per il Gip del tribunale di Roma è ''palesemente e inequivocabilmente emerso che l'unico obiettivo perseguito da Bonaiuti fosse esclusivamente quello di uccidere la Scialdone. Infatti ciò si evince non solo dalle modalità di svolgimento dei fatti così come descritte dal fratello della vittima, testimone oculare, ma anche dalla circostanza che Bonaiuti pur potendo anche successivamente all'evento rivolgere l'arma nei suoi stessi confronti ha, con estrema lucidità, una volta ucciso la donna, diretto la sua azione esclusivamente alla fuga”.
Martina Scialdone è stata uccisa la sera del 13 gennaio di quest’anno, all’esterno di un locale in Via Amelia al quartiere Tuscolano. Lì la donna aveva appuntamento con Bonaiuti per mettere una volta per tutte fine a quella storia che la soffocava.
L’uomo era estremamente geloso e la vittima non riusciva più a sopportare quella situazione. Preoccupata che potesse accaderle qualcosa, chiese a Bonaiuti di avere quell’incontro in un luogo frequentato come un locale. Arrivati lì a cena, hanno iniziato a discutere animatamente al tavolo. Lui è uscito dal locale, la vittima si è chiusa in bagno in attesa che il 61enne si allontanasse. Una volta uscita anche lei dal locale, ha trovato l’uomo ad attenderla: la lite è proseguita anche fuori, fino a che lui ha estratto la pistola sparando a bruciapelo.
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