Covid, accusa choc di tentato omicidio per 2 genitori: avevano rifiutato un tampone al figlio per paura che fosse isolato. Il medico: "Vi faccio levare la potestà"

Una storia che ha dell’incredibile, quella di due giovani genitori del milanese indagati per tentato omicidio del figlio. L'accusa, capace di distruggere l’immagine di mamma e papà agli occhi di un bambino e della comunità in cui la famiglia vive, è stata mossa ai due per essersi rifiutati di eseguire un tampone al piccolo. 

Genitori indagati per tentato omicidio del figlio, non hanno voluto fargli un tampone

Un bimbo di 4 anni da diverse settimane accusa gravi dolori alla schiena. Mamma e papà decidono di portarlo dalla pediatra, secondo cui il piccolo ha soltanto preso un colpo di freddo. Poche notti dopo, il bimbo si alza dal letto, cade, inizia a zoppicare. Al pronto soccorso di Lodi viene diagnosticato “raffreddore all’anca”, o sinovite transitoria. I genitori vengono invitati dai medici a tornare il mattino dopo per un’ecografia (poi risultata negativa) e nel frattempo iniziare a somministrare ibuprofene ogni otto ore. La mattina del 26 maggio, però, urla di dolore per il piccolo, che convincono i genitori a portarlo all’Ospedale Buzzi di Milano.

Qui vengono effettuati esami del sangue che, secondo i medici, rivelano “qualcosa di sospetto”. Viene consigliato il trasferimento all’ospedale San Gerardo, a Monza, dov’è presente un rinomato reparto di ematologia. A differenza del Buzzi, però, il San Gerardo richiede il tampone per entrare, nonostante dal 28 aprile l’ordinanza del Ministro della Salute Schillaci vi abbia tolto il carattere di obbligatorietà. Mamma e papà sono contrari al tampone. Il Corriere della Sera derubrica la cosa ad “ideologia no vax”, in realtà i genitori sono, giustamente, preoccupati che, se fosse positivo, il bimbo sarebbe relegato nel reparto infetti e le cure, particolarmente urgenti, per il misterioso male che lo affligge rimandate.

Fanno notare il loro pensiero e, secondo la loro ricostruzione, “il medico ha detto che ci avrebbe fatto levare la patria potestà dal giudice”. I due quindi rispondono che l’avrebbero denunciato per mancato soccorso. Alle 14:00, dopo diverse, preziose, ore sprecate, arrivano due poliziotti in ospedale e consegnano un foglio della Procura ai genitori. Riassumendo, vista la situazione di urgenza definita dallo stato del piccolo, il pm Nicola Rossato, non avendo il tempo materiale per far intervenire il tribunale dei minori, ha deciso di procedere con il “prelievo coatto di campioni biologici su persone viventi”. Oltre che aprire l’indagine per tentato omicidio contro i genitori.

Tampone negativo, il bambino è trasferito a Monza, dove gli viene fatto un prelievo senza che sia però sottoposto a trattamenti. Al momento si attendono i risultati degli esami ma è fuori pericolo. Una situazione paradossale, sulla quale è intervenuto anche l'avvocato Valeria Panetta, legale dei genitori, che cita la sent. 14 del 01/12/2022 della Consulta: "L'esito del test non è immediatamente disponibile rispetto al momento della sua effettuazione: esso pertanto nasce già obsoleto, posto che l'esito può essere già stato superato da un contagio sopravvenuto nel frattempo, con il fisiologico rischio della presenza nei luoghi di cura di soggetti inconsapevolmente contagiati". L'avvocato Panetta quindi conclude: "Sufficienti questi passaggi della Consulta per scoperchiare il vaso maleodorante della sanità pubblica e privata".