08 Febbraio 2023
Arturo Luca Battisti, fonte Facebook
Sono le 23:30 di domenica 5 febbraio quando Arturo Luca Battistini, milanese di 46 anni, viene bloccato da tre uomini davanti alla stazione Termini, a Roma. La tentata rapina, un tentativo di resistenza, quindi le coltellate: tre fendenti, per la precisione, inferti al torace prima di arraffargli il cellulare insieme a venti euro e dileguarsi nella notte. I tre, però, non hanno fatto i conti con i filmati delle telecamere di videosorveglianza della stazione, grazie ai quali le forze dell'ordine sono risalite all'identità dei rapinatori. Si tratta di tre giovani di origine marocchina, accusati ora di tentato omicidio nel fascicolo aperto dalla procura di Roma. La vittima, che si trovava da tempo a Roma per motivi di lavoro, è stata aggredita nei pressi del McDonald's di via Giolitti, a pochi metri dalla stazione, ed è stato subito soccorso da alcuni passanti, prima di essere trasportato d'urgenza all'ospedale Umberto I, dove ora si trova in condizioni gravi.
Neanche un mese e mezzo fa l'ultima aggressione: mentre acquistava un biglietto ferroviario, una ragazza israeliana di 24 anni è stata infatti accoltellata da un senzatetto di origini polacche nella serata del 31 dicembre. L'uomo, Aleksander Mateusz Chomiak, è stato riconosciuto ancora una volta grazie alla videosorveglianza, che ha contribuito in modo determinante alla ricostruzione delle dinamiche alla base del fatto di sangue. Non una rapina, ma un gesto improvviso e apparentemente insensato avrebbe spinto l'uomo ad accoltellare la giovane turista, ferendola al fianco e al torace. L'impatto con la lama, tuttavia, è stato attutito dall'imbottitura del giubbotto della ragazza, che è poi stata prontamente ricoverata.
La gravità di entrambi gli episodi e la frequenza con la quale fatti simili si verificano nella zona preoccupa viaggiatori e residenti, e testimonia lo stato di trascuratezza in cui versano la principale stazione romana e il suo circondario. Solo il 10 gennaio scorso, nel suo reportage sul Corriere, Claudio Rinaldi li battezzava "terra di nessuno", denunciando tanto la scarsa presenza di pattuglie nei paraggi quanto il sovraffollamento di clochard e ubriachi potenzialmente pericolosi.
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