15 Dicembre 2022
Violentato, vessato, gettato sotto l'acqua ustionante della doccia, umiliato, ustionato con sigarette spente sul braccio: sembra una scena da film dell'orrore, invece è ciò che è avvenuto nel carcere minorile Beccaria ad opera di tre ragazzi, quasi tutti minorenni, su un coetaneo. La ragione della violenza? La vittima era accusata a sua volta di violenza sessuali. Da qui le vessazioni del branco, che ha poi maldestramente tentato di riappacificarsi offrendo sigarette e concedendo uno schiaffo di rappresaglia "così siamo pari". Tra gli aggressori, un 18enne proveniente dalla Costa d'Avorio noto come membro della banda comandata dai trapper Simba la Rue e Baby Gang.
La vittima (a quanto pare, di origine africana, arrivata in Italia attraverso la Libia, nel corso del cui viaggio ha subito maltrattamenti) era collocata nel reparto di infermeria, a causa di difficoltà di integrazione con gli altri detenuti. Tuttavia, il reparto era stato reso inagibile da un altro detenuto: da qui, la necessità di spostarlo momentaneamente in cella.
Appena appresa la natura del reato compiuta dalla vittima (di natura sessuale), i tre aggressori pianificano una brutale "punizione": il 17enne viene svegliato nel cuore della notte e sottoposto a ore di sevizie, anche sessuali. Solo vedendo il sangue, causato da calci e pugni, i tre si rendono conto di avere "esagerato", e tentano di rimediare con maldestre offerte di cibo, sigarette e bibite. Con esiti quasi surreali, i tre decidono di esporsi a uno schiaffo da parte della vittima per "rappacificarsi". Scrive il giudice: "La mancanza di qualsiasi percezione del disvalore delle proprie condotte è dimostrata chiaramente dal fatto che l'indagato, al termine della tortura a cui ha sottoposto la vittima, le abbia chiesto scusa, le abbia offerto cibi, bevande e sigarette e le abbia proposto di contraccambiare la violenza subita con uno schiaffo a ciascun aguzzino, come se in tale modo potessero essere tali e riappacificarsi".
L'offerta a quanto pare non è stata sufficiente a placare la vittima, che il giorno dopo, in lacrime e con un italiano stentatissimo, racconta la vicenda a una educatrice, facendo partire l'indagine. Si parla di "crudeltà" gravi e reiterate violenze", di un "trattamento inumano e degradante", di una "spiccata pericolosità sociale e un profondo dispregio per l'osservanza della legge": capi d'accusa che riguarderanno soprattutto l'unico maggiorenne del gruppo.
Il 18enne, nelle parole del giudice Guido Salvini "fa parte in modo stabile, con il ruolo di gregario violento, della banda di trapper facente capo a Saida Mohamed Lamine e Mouhib Zaccaria, i cui componenti sono stati tutti arrestati tra luglio e settembre 2022". Nomi d'arte, rispettivamente, di Simba la Rue e Baby Gang, figure chiave della scena trap milanese (la cosiddetta 7 Zoo, legata a San Siro) e protagonisti già di aggressioni, forti e svariati reati minori, fino a possesso illecito di armi. Il giovane ha dichiarato di collaborare con loro come security ai concerti e come organizzatore.
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