06 Ottobre 2021
A Verona, nell'Ospedale della mamma e del bambino, 89 neonati sarebbero stati uccisi o avrebbero subito conseguenze fisiche per infezione da Citrobacter. La Procura di Verona ha iscritto sette persone nel registro degli indagati, con le ipotesi di reato di omicidio e lesioni colpose gravi e gravissime in ambito sanitario, nell'inchiesta sull'infezione da Citrobacter.
Come riportato sul Corriere di Verona, gli indagati sono ex vertici e medici dell'ospedale, individui già soggetti a provvedimenti amministrativi da parte dell'azienda Ulss scaligera. Più precisamente si parla dell'ex direttore generale Francesco Cobello (attuale direttore della Fondazione Scuola Sanità Pubblica), Chiara Bovo, ex direttore sanitario e ora dirigente della funzione ospedaliera a Schiavonia (Padova); il direttore medico della struttura Giovanna Ghirlanda; il primario di Pediatria Paolo Biban; Evelina Tacconelli, direttore di Malattie Infettive; Giuliana Lo Cascio, ex primario facente funzioni di Microbiologia e Virologia, al momento a Piacenza e in fine Stefano Tarvidio, risk manager dell'ospedale coinvolto.
Dei soggetti sopracitati, Bovo, Biban, Lo Cascio e Ghirlanda erano stati sospesi il 5 settembre 2020, con un provvedimento dell'ex direttore Cobello, e poi rientrati alle loro occupazioni lavorative. Gli ispettori della Regione Veneto hanno sottolineato che il focolaio epidemico era attivo dal 2018, in particolare modo connesso all'utilizzo di acqua da un rubinetto contaminato, utilizzato per la preparazione del latte in polvere. Il punto nascite fu chiuso e sanificato solo nel 12 giugno 2020, dopo un netto aumento dei contagi che fece aumentare le proteste delle mamme delle piccole vittime.
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