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Lockdown dello sci, Demoskopika: "Persi 9,7 miliardi, 9mila lavoratori a rischio"

Secondo la società di analisi a tanto ammontano i danni calcolati, da dicembre a marzo, per la mancata apertura della stagione sciistica

17 Febbraio 2021

Lockdown  dello sci, Demoskopika:  "Persi 9,7 miliardi, 9mila lavoratori a rischio"

Mancati incassi per l’intero comparto calcolati ad oltre 9,7 miliardi di euro, 9 mila lavoratori stagionali a rischio immediato, 12,4 milioni di turisti in meno: a mettere nero su bianco questi numeri “raccapriccianti” l’Istituto Demoskopika, che ha analizzato il periodo da dicembre 2020 a marzo 2021, quello del lockdown delle piste da sci, per calcolare i reali danni al comparto causati dalla sostanziale chiusura di tutta la stagione sciistica. "Subito ristori adeguati alle perdite e revisione del Next Generation Italia, altrimenti assisteremo alla stagione di de profundis del turismo montano" è stato l’appello del presidente della società che ha condotto lo studio Raffaele Rio al ministro del turismo Massimo Garavaglia.

Sono 5 le destinazioni turistiche invernali che risultano maggiormente penalizzate: Trentino-Alto Adige, Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia e Veneto la cui perdita di spesa turistica rappresenta l'86,2% dei mancati introiti complessivi italiani, pari a 8,3 miliardi di euro. Nel dettaglio, il lockdown bianco potrebbe generare una sforbiciata degli incassi pari a 3,2 miliardi di euro per il Trentino-Alto Adige, a 2 miliardi per il Piemonte, a 1,3 miliardi per la Valle d'Aosta, a quasi 1,1 miliardi per la Lombardia e a 886 mila euro per il Veneto. L'ordinanza che ha stabilito la chiusura degli impianti sciistici, fino al prossimo 5 marzo, rischia, di mettere definitivamente in ginocchio il turismo invernale del Belpaese rappresentato da 6.170 chilometri di piste con circa 1.800 impianti di risalita al servizio dei comprensori sciistici che producono lavoro per ben 14 mila persone oltre all'indotto. La spesa media pro capite stimata per sostenere la settimana bianca, è pari a 785 euro per persona.


"Al neo ministro del Turismo, Massimo Garavaglia che ha giustamente bollato come atto di mancato rispetto per i lavoratori l'improvvisa decisione di non riaprire le stazioni sciistiche” ha  precisato del  Rio “non sfuggirà, in alcun modo, che ci sono a rischio immediato almeno 9 mila lavoratori stagionali occupati nel turismo bianco oltre ad almeno altri 5 mila assunti a tempo indeterminato". 

Si tratta di un ulteriore raggruppamento di destinazioni turistiche invernali caratterizzato da una possibile flessione della spesa turistica compresa tra i 400 milioni euro e gli 80 milioni euro. Si parte dall’Abruzzo con 388 milioni di euro, immediatamente seguito dall’Emilia-Romagna con 214 milioni di euro, dal Friuli-Venezia Giulia con 164 milioni di euro, dalle Marche con 129 milioni di euro, dalla Toscana con 128 milioni di euro, dal Lazio con 101 milioni di euro e dalla Calabria con 80 milioni di euro. In coda, anche se con perdite tutt’altro che irrilevanti, compaiono il sistema del turismo bianco del Molise con 35 milioni di euro, della Sicilia con 33 milioni di euro, della Basilicata con 24 milioni di euro, della Campania con 21 milioni di euro, della Liguria con 20 milioni di euro. A collocarsi in fondo a questa particolare graduatoria per livello di contrazione della spesa turistica, la Sardegna con una minore riduzione di possibili mancati introiti pari a quasi 7 milioni di euro.

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