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Istat, i posti di lavoro persi per il Coronavirus sono 444.000: disoccupazione al 9%

A dicembre l'occupazione diminuisce dello 0,4% su novembre con un calo di 101.000 unità. Lo ha rilevato l'Istat.

01 Febbraio 2021

 Posti di lavoro persi per il Coronavirus

Fonte: lapresse.it

Secondo gli ultimi dati Istat, sono 444.000 i posti di lavoro persi in Italia per colpa del Coronavirus. A dicembre l'occupazione è diminuita dello 0,4% su novembre con un calo di 101.000 unità. L'Istat ha inoltre sottolineato che, rispetto a dicembre 2019, si sono registrate 444.000 occupati in meno (-1,9%).

Posti di lavoro persi in Italia per il Coronavirus

Nell'ultimo mese del 2020 si è registrato un incremento dei disoccupati e degli inattivi. Colpite soprattutto le donne, ma in generale tutti i lavoratori dipendenti e tutti autonomi. Il livello di occupazione è inferiore a quello di febbraio 2020 di oltre 420 mila unità.

Il tasso di disoccupazione in quest'anno è salito al 9,0% (+0,2 punti). Aumentato poi soprattutto il tasso tra i giovani, che è cresciuto al 29,7% (+0,3 punti). I disoccupati complessivi in Italia risultano dunque 2.257.000 con un aumento di 34.000 unità su novembre e un calo di 222,000 su dicembre 2019.

Come ha riportato l'Ansa, il dato ha risentito del largo utilizzo della cassa integrazione e del blocco dei licenziamenti oltre che dall'uscita dal mercato del lavoro delle persone che non hanno fiducia nella possibilità di trovare un lavoro. Gli inattivi sono 13.759.000 e crescono di +42.000 unità su novembre e di 482.000 unità su dicembre 2019 (+3,6%).

Risulta crollata anche l'occupazione indipendente, sempre per colpa della pandemia e la crisi economica. L'Istat ha rivelato che a dicembre gli occupati indipendenti sono diminuiti di 79.000 unità rispetto a novembre (su 101.000 occupati in meno complessivi). Su dicembre 2019 soffre anche il lavoro dipendente a termine con 393.000 occupati in meno mentre i dipendenti permanenti crescono con 158.000 persone al lavoro in più rispetto a dicembre 2019. Quest'ultimo dato è però legato al blocco dei licenziamenti e all'utilizzo della cassa integrazione.

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