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L'amore non nasce solo da un gioco di sguardi e sorrisi, ma anche dall'odore: ecco il mix di segnali alla base della "sensazione di chimica"

Nel nostro inconfondibile odore si nasconde, infatti, un flusso di informazioni biologiche che il cervello interpreta in frazioni di secondo e che influenza memoria, emozioni e attrazione altrui

15 Dicembre 2025

L'amore non nasce solo da un gioco di sguardi e sorrisi, ma anche dall'odore: ecco il mix di segnali alla base della "sensazione di chimica"

Pixabay

Nel cuore di dicembre, il calore del Natale riempie le case e accende un’atmosfera che sembra invitare alla vicinanza. È un tepore che ricorda il fuoco sottile dell’attrazione: una fiamma quieta ma viva, in grado d’illuminare il volto della persona amata e farci provare emozioni che, proprio come il fuoco, nascono da una scintilla piccola ma irresistibile. Eppure, a dispetto di quanto possiamo immaginare, non ogni scintilla dell’amore nasce da un gioco di sguardi, di sorrisi o di parole dolci; la fiamma dell’amore può anche prendere vita da…un odore. Sì, perché secondo una serie di studi scientifici recenti, il nostro naso ha un ruolo fondamentale nella scelta del partner. L’olfatto, tra tutti i sensi, è quello che più silenziosamente condiziona coloro ai quali vorremmo piacere o meno. Nel nostro inconfondibile odore si nasconde, infatti, un flusso di informazioni biologiche che il cervello interpreta in frazioni di secondo e che influenza memoria, emozioni e attrazione altrui. Per cui, senza che ce ne rendiamo conto, ogni volta che ci avviciniamo ad una persona, il nostro cervello analizza, al contempo, una miscela di segnali chimici di quest’ultima: feromoni, residui ormonali, composti prodotti dai microbi della pelle, tracce della sua salute così come del suo sistema immunitario. È da questa miscela che il nostro corpo capisce se un odore è rassicurante o uno da cui è meglio stare alla larga. Ed è sempre da essa che nasce la famosa “sensazione di chimica”.

A dimostrare ciò in modo netto fu, invero, un esperimento condotto negli anni Novanta. All’epoca, il biologo svizzero Claus Wedekind chiese a un gruppo di uomini di dormire con una maglietta per due notti, evitando profumi e detergenti profumati. Le donne coinvolte nello studio dovettero poi annusare quei capi e indicare quali odori trovavano più gradevoli. Il risultato fu sorprendente: gli odori preferiti dalle donne furono quelli degli uomini con un sistema immunitario (in particolare il complesso MHC, ossia un gruppo di geni chiave per il sistema immunitario stesso) più diverso dal loro. Questo perché – si concluse – partner dissimili e, dunque, geneticamente complementari aumentavano (e aumentano), almeno in teoria, le probabilità di una progenie più forte.

Alla fin fine, il profumo dell’amore potrebbe essere davvero meno romantico e più sofisticato di quanto pensiamo: una sorta di linguaggio segreto ma potente, scritto inaspettatamente a partire dalla chimica del nostro corpo.

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