16 Novembre 2022
In breve: nella puntata di qualche giorno fa del Maurizio Costanzo Show, il sedicente divulgatore Cecchi Paone, seduto su un divanetto del Parioli accanto al suo boyfriend, ha ritenuto che fosse cosa buona e di gusto squisito passare il braccio alle spalle del sopracitato giovinetto per titillargli, con le dita, il lobo dell’orecchio. Lo ha fatto con flemma, in modo quasi caricaturale, all’indirizzo della telecamera, come una donna che faccia girare l’anello da 8 carati di brillante H color sul dito, perché tutti lo guardino e sappiano che…lei può.
Non voglio essere frainteso, perché per me MEE TOO significa solo “anch’io” e non ho dato alcun credito a questo movimento giustizialista, ipocrita e forcaiolo che praticamente miete più vittime del Covid ma, suvvia, ho riguardato quelle immagini in movimento molte volte e ho trovato davvero disdicevole sia le movenze così erotizzate delle sue dita che il fatto che fossero proposte/imposte al pubblico. Le definisco disdicevoli, per chiarezza, perché raccontano di un essere umano che esercita il suo imperio su un ragazzo che, pur maggiorenne, ha 38 anni meno del suo compagno. L’immagine di un satrapo col suo cicisbeo, insomma; e non conta granché quale sia la verità del rapporto fra i due che speriamo sia un’eterna luna di miele (noi amiamo l’amore, e anche chi si ama) ma, dal momento che viene proposto in tv, conta l’idea di Italia che ci va di raccontare a noi stessi e al mondo tutto.
Alcune considerazioni, giusto perché ci sembra giusto coprire un’informazione che volutamente il mainstream, di cui Cecchi Paone è un maresciallo medagliatissimo, ha ignorato.
- Davvero qualcuno può essere persuaso che fra due innamorati con 38 anni di differenza, laddove guarda caso il vegliardo è ricco e dominante e il ragazzino un egregio signor nessuno, non esista un equilibrio fondato anche sul potere di uno nei riguardi dell’altro?
- Davvero non ci sembra fuori luogo, per lo meno fuori luogo!, che il vegliardo in questione esponga come trofeo non solo il suo giovane compagno (ci mancherebbe altro! Buon per lui!) ma anche la sua “area di dominio fisico su di lui”.
- Qualcuno ha fatto caso al fatto che, con l’eleganza che da sempre lo contraddistingue, Cecchi Paone ha rilasciato un’intervista nella quale ci fa sapere di essere parte “attiva” negli amplessi col suo compagno e che, ma che bello saperlo e quant’è utile poi!, ciò che lo fa impazzire di costui è proprio, cito, “il culo?” Sia mai che fosse il contrario, ovviamente: o la pederastia di Achille con Patroclo, che deve sembrargli assai più chic e dotta, o niente. Perché va ricordato: Cecchi non è un gay come gli altri, nooo, giammai!, lui è un vero maschio che preferisce “il culo” dei ragazzini alle donne. Quant’è anni ’80, questa assunzione di virilità totale quanto ci si dichiara non già gay ma…sex open minded!
- Cosa sarebbe accaduto se un uomo avesse compiuto lo stesse gesto nei confronti della sua morosa, coram populo?
- E’ proprio necessario, perché i gay d’Italia si sentano tranquilli di vivere qui in tempi di Governo di destra, che un uomo pressoché anziano ci mostri che il giovanissimo corpo del suo compagno è “cosa sua”, proprietà privata? E' attraverso queste granguignolesche trovate che vogliamo tenere alta l'attenzione ai temi LGBT, che pure ci stanno a cuore come a tutti?
- Nessuno, al montaggio del programma, ha pensato che le immagini di cui sopra, in movimento, fossero molto più impattanti e “arroganti” di quelle che lo stesso ci aveva ammannito, in moltissimi scatti assai più che soft-porno, quest’estate? Pro memoria: il servizio era di “Chi”, altra testata che ha fatto della curiosità pruriginosa senza se e senza ma la sua cifra dominante, nel senso che si occupa perlopiù di dettagli sordidi, pecorecci, al solo scopo di ottenere un “orgasmo collettivo” dai suoi lettori ormai mitridatizzati dall’erotizzazione ubiqua che cercano emozioni dal sapore sempre più forte?
- Vogliamo davvero passare dall’epoca delle starlette che si facevano palpeggiare in pubblico dai vecchi porconi obesi e miliardari per farsi comprare una stola di visone (le più fortunate, un appartamentino) a quella in cui a comportarsi così siano gli uomini di spettacolo, protetti dall’inespugnabile appartenenza al Club di quelli che possono perché “aho, ma quello lavora in tv, quindi ok”?
Vorremmo sapere cosa ne pensano i nostri lettori.
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