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"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Quei magnifici e ruggenti anni ’60.

Una decade in cui cambiò tutto. Raccontata da Marialuisa Agnese, alla Generazione Rabbia. In chiacchiera con l’autrice nella Capri da Dolce Vita

29 Giugno 2023

La protagonista assoluta degli anni ’60 è stata la gioia di ricominciare. 
Quella gioia negata  invece alla generazione post-pandemia. E di fatto il libro “ Anni ‘ 60. Quando eravamo giovani” ( Neri Pozza per la collana I Colibri)  è stato meditato durante il lockdown. MariaLuisa Agnese, un gigante di firma del Corriere della Sera,  
ha provato a raccontare a un giovane d'oggi la vita quotidiana dei ragazzi che avevano la sua età negli anni Sessanta. Un mix di madeleine private e pubblici cambiamenti.
 E’ stato come trasportarlo in un mondo parallelo. 
Intanto la scrittrice, acuta osservatrice di mode e modi, lo porta  in tournée, in quelle località estive da Italian riviera che fanno da sottofondo ai suoi racconti. La tournée finisce nella Capri da dolce vita. 
C'erano orizzonti illimitati, tutte le possibilità erano aperte, le autostrade crescevano come funghi insieme al Pil e l'ascensore sociale permetteva di realizzare molti sogni. Sei per i Beatles o per i Rolling Stones? ci si chiedeva. Paul McCartney ricorda ancora la prima volta che i ragazzi di Liverpool fumarono marijuana, iniziati da Bob Dylan. I Rolling Stones, con i capelli scodellati in avanti, i pantaloni a sigaretta, gli stivaletti, erano idoli potenti. In Italia c'era una ragazza lunga lunga che urlava, dimenava gambe, braccia e mani e con la sua voce fantastica poteva fare qualsiasi cosa. Si chiamava Mina. Però la trasgressione attraeva e intimoriva al tempo stesso, andava presa a dosi omeopatiche. Nel 1964 Aldo Moro inaugurò l'autostrada del Sole. Si cominciò a partire stipati sulla 600 chi per la villeggiatura, chi per tornare nel paese da cui era emigrato. Stavano arrivando anche la lavatrice, che avrebbe cambiato la vita delle mamme, e la pillola quella delle figlie. Prima le signore andavano in tubino, tailleur e giro di perle, al massimo un tamburello in testa come Jacqueline Bouvier in Kennedy. La minigonna irruppe come un fulmine, fiorì nella Londra in veloce trasformazione nel cuore di Chelsea, a due passi dallo studio del fotografo Antony Armstrong-Jones conte di Snowdon, appena entrato nella famiglia reale sposando Margaret, la sorella della regina Elisabetta. C'erano i playboy nei Sessanta, gli eroi delle lunghe estati, c'era Gigi Rizzi orfano di Brigitte Bardot, Porfirio Rubirosa che fra i suoi flirt annoverava Marilyn Monroe, Ava Gardner e Rita Hayworth. Sulle dune di Sabaudia si ritrovavano gli intellettuali: Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Enzo Siciliano, Dacia Maraini, Laura Betti. C'era chi da Milano andava a Kathmandu, paradiso dell'oppio, ritrovo internazionale dell'hippismo, ma anche del principe dei viaggiatori, Bruce Chatwin, che andò in Afghanistan nel 1969 in compagnia del gesuita Peter Levi e presagì la fine di quell'incanto. Anche le mode letterarie sono nate allora, quando si cominciò a leggere i libri senza subire solo la biblioteca di famiglia e a manifestare passioni totali. Per scrittori che suonavano un po' trasgressivi come Pablo Neruda o Henry Miller o il D.H. Lawrence dell'Amante di Lady Chatterley. E poi l'Antologia di Spoon River, Ernest Hemingway, Allen Ginsberg, Jack Kerouac, Gregory Corso… 
Perfetto per una seria televisiva. E’ già copione.

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