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Caldo e incendi a L'Aquila: Sindaco vuole chiedere stato di emergenza

02 Agosto 2020

Caldo e incendi a L'Aquila: Sindaco vuole chiedere stato di emergenza

Incendi a L'Aquila, Coldiretti: '60% è doloso'

Resta grave l'emergenza legata agli incendi scoppiati 4 giorni fa a L'Aquila. Da giovedì scorso interi ettari di boschi continuano a bruciare a causa di roghi dolosi. Sono 8 i mezzi aerei attivi, tra cui 4 canadair. Decine gli uomini impiegati sul campo. "Se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo, a preoccupare - spiega Coldiretti - è proprio l'azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente". "Per ricostituire i boschi ridotti in cenere dal fuoco - si stima - ci vorranno fino a 15 anni con danni all'ambiente, all'economia, al lavoro e al turismo".

Incendi a L'Aquila, il Sindaco vuole chiedere stato di emergenza

Il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, ha annunciato l’intenzione di chiedere lo stato di emergenza a seguito dei grossi incendi. La Giunta comunale dell’Aquila ha poi formalmente chiesto alla presidenza del Consiglio dei ministri la dichiarazione dello stato di emergenza per il territorio comunale del capoluogo d’Abruzzo. La delibera approvata dall’esecutivo comunale prende in considerazione "l’estensione dei fenomeni e l’estrema gravità del danno. Pertanto si profilano come indifferibili ed urgenti diversificate misure di difesa del territorio e di protezione della popolazione, misure straordinarie ed emergenziali che sono di impossibile attuazione per l’amministrazione locale e per i soggetti colpiti e che si ritengono anche superiori alle possibilità di intervento della Regione Abruzzo”.

“Gli incendi – spiega il sindaco Pierluigi Biondi – hanno finora interessato circa 700 ettari delle zone boschive che si trovano sopra i quartieri di Cansatessa e Pettino, densamente abitate, con un numero di residenti superiori a 10.000, e dell’abitato di Arischia, dove vivono 1800 persone. Inoltre i danni rilevanti del patrimonio boschivo ricadono parzialmente all’interno del perimetro del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga”. “La dichiarazione dello stato di emergenza – aggiunge Biondi – è necessaria sia per l’applicazione delle procedure utili per incrementare l’azione finalizzata a un contenimento ancora più efficace degli incendi, sia per avere un’opportuna copertura delle spese elevatissime che Comune e Regione stanno sostenendo e dovranno sostenere ancora”. “E’ certamente vero che l’opera di contenimento degli incendi vede un impiego massiccio di mezzi e uomini per almeno 12 ore giornaliere: sette velivoli Canadair, 3 elicotteri, 80 Vigili del Fuoco, 40 militari del IX Reggimento Alpini, 70 volontari di protezione civile, 30 dipendenti comunali con quattro ruspe, 4 pattuglie della Polizia municipale. Ma è altrettanto vero che i costi che si debbono sostenere per rendere possibile queste operazioni sono elevatissimi - ha osservato ancora il Sindaco - e la nostra Protezione civile, insieme con quella della Regione, provvederà a stimarli. I costi, peraltro, non sono sono quelli da sostenere per l’emergenza in corso, ma anche quelli del post incendio, quando i vigili del fuoco dovranno effettuare una ricognizione puntuale sull’area interessata con i droni e si dovrà procedere con le necessarie operazioni di bonifica”.

“Con la dichiarazione dello stato di emergenza - conclude Biondi - le istituzioni avranno la possibilità di gestire la fase critica in atto (che, oltre alla tutela dei boschi coinvolti, comporta ancor più la necessità di attuare operazioni di salvaguardia della popolazione, qualora la situazione dovesse peggiorare) e le procedure successive con risorse adeguate”.

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