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Carceri, detenuto 23enne si impicca in cella a Como

26 Luglio 2020

Carceri, detenuto 23enne si impicca in cella a Como

Un detenuto si è suicidato nel carcere di Como ieri pomeriggio. Lo rende noto il sindacato di polizia penitenziaria Sappe. Il detenuto, un 23enne di origini marocchine era stato arrestato circa 15 giorni fa e aveva precedenti per furti e rapine. Alfonso Greco, segretario regionale per la Lombardia, racconta che, dopo il cambio turno, il giovane è riuscito con un rudimentale laccio costruito con una maglietta ad impiccarsi alla finestra del bagno. I compagni di cella non si sono accorti di nulla. Durante un giro di controllo, l'agente di turno ha dato l'allarme, ma non c’è stato nulla da fare.

"Questa è un’altra sconfitta per lo Stato - afferma Greco - purtroppo la polizia penitenziaria del Bassone, che nonostante la carenza organica e il sovraffollamento dell’istituto continua a svolgere il proprio servizio con abnegazione e spirito di sacrificio, in questa occasione nulla ha potuto. L’auspicio è che il carcere di Como venga riportato a una capienza regolamentare contestualmente all’incremento dell'organico”.

“Questi sono i drammi quotidiani delle carceri italiane che passano nella indifferenza di tutti coloro che rincorrono una emergenza Coronavirus che, per fortuna, nelle sbarre delle celle italiane è stata ed è contenuta - sottolinea Donato Capece, segretario nazionale Sappe - sarebbe grave se queste morti passassero nella indifferenza di quanti, garanti dei detenuti ed associazionismo vario, hanno ricercato il clamore di un contagio esponenziale, che non c’è e non c’è stato, per fortuna, del coronavirus nelle celle. Il Sappe è sceso in piazza tre volte in poche settimane proprio per denunciare l’assenza di provvedimenti per la Polizia Penitenziaria ed il sistema carcere. Il suicidio è spesso la causa più comune di morte nelle carceri e il suicidio e il tentato suicidio di un detenuto rappresentano un forte agente di stress per il personale di polizia e per gli altri detenuti”.

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