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Climate Wall, Prampolini (WWF Italia): “Sappiamo qual è il problema e quali sono le soluzioni e vanno affrontate oggi”

Il Direttore generale dell'associazione ambientalista italiana racconta a Il Giornale d'Italia i prossimi progetti per contrastare la crisi climatica

28 Settembre 2021

“Il WWF oggi è qui per amplificare la voce dei 400 giovani, che in rappresentanza di tutti i giovani e bambini del mondo, sono qui per parlare con i governi di crisi climatica. Incredibile – dichiara a IL Giornale d’Italia Alessandra Prampolini Direttore generale del WWF Italia- come negli ultimi anni i giovani e i giovanissimi abbiamo acquisito una consapevolezza eccezionale sia rispetto ai motivi della crisi che alle sue soluzioni. Noi come organizzazione che da sempre si occupa del benessere del pianeta e delle persone, vogliamo mettere le migliori conoscenze scientifiche e tutto il nostro patrimonio a disposizione di questo movimento per lanciare ai governi un messaggio molto chiaro: sappiamo qual è il problema e quali sono le soluzioni e vanno affrontate oggi.”

“Ci sono due filoni che vanno affrontati insieme, da una parte abbiamo la crisi climatica che va risolta tramite l’abbattimento delle emissioni e quindi un lavoro a livello legislativo e le energie rinnovabili. Dall’altra parte abbiamo il tema della natura perché l’aumento della temperature va di pari passo con la perdita della natura che è un tema importantissimo di cui ancora si parla troppo poco. Quindi abbiamo in programma una serie di attività che riguardano la restoration degli ecosistemi naturali che oggi come oggi non vanno più solo preservati ma vanno ricostruiti.”

“Il mondo della politica deve fare due cose, ascoltare gli scienziati e la ricerca che offrono e hanno offerto una serie di strade. Anche l’ultimo rapporto IPCC uscito ad agosto, oltre a tracciare una situazione drammatica, dava una lista di soluzioni molto concrete e praticabili. In secondo luogo il mondo della politica deve garantire a questi ragazzi che in questi giorni sono qui, che quest’incontro non sia una cosa episodica ma che si creino dei meccanismi di ascolto e di scambio costanti, così che le persone possano far sentire la loro voce e partecipare a questo processo di transizione che oggi è ormai inevitabile.”

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