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Meloni bacchetta Cavo Dragone: "Misuri le parole", e insiste su armi all'Ucraina: "Entro fine anno decreto per Kiev" - VIDEO

Meloni bacchetta l'ammiraglio sulle frasi relative all'attacco preventivo a Mosca, anche se poi prova a giustificarlo: "Stava parlando di cybersicurezza". Poi risponde a Salvini

03 Dicembre 2025

La premier Meloni dal Bahrein bacchetta il presidente del comitato militare Nato Cavo Dragone, che nei giorni scorsi aveva parlato di un possibile attacco preventivo degli Alleati alla Russia: "È una fase in cui bisogna misurare molto bene le parole evitando quello che può far surriscaldare gli animi", ha detto. Anche se poi ha provato a giustificare delle frasi che possono facilmente portare all'escalation: "L'ammiraglio Cavo Dragone stava parlando di cybersicurezza".

Meloni bacchetta Cavo Dragone: "Misuri le parole", e insiste su armi all'Ucraina: "Entro fine anno decreto per Kiev"

Anche Meloni replica alle parole di Cavo Dragone. "Io l'ho letta così: la Nato è un'organizzazione difensiva, oltre a difenderci dobbiamo fare anche meglio prevenzione. Attenzione anche a come si leggono parole che bisogna anche essere molto attenti a pronunciare". Le frasi dell'ammiraglio aveva ricevuto la secca risposta anche di Mosca, con la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova che aveva dichiarato: "Consideriamo la dichiarazione di Cavo Dragone sulla possibilità di attacchi preventivi contro la Russia una mossa estremamente irresponsabile, che indica la disponibilità dell’alleanza a continuare a peggiorare la situazione. Chi rilascia tali dichiarazioni deve essere consapevole dei rischi e delle possibili conseguenze che ne conseguono, anche per gli stessi membri dell’alleanza".

Allo stesso tempo, Meloni insiste sulle armi all'Ucraina, e risponde a Salvini, tra i più scettici all'invio di nuovi mezzi ed equipaggiamenti militari, specie dopo lo scandalo sulla corruzione che ha colpito Kiev: "Il decreto entro la fine dell'anno viene fatto in ogni caso perché serve. Non vuol dire lavorare contro la pace. Vuol dire che finché c'è una guerra aiuteremo l'Ucraina a potersi difendere da un aggressore. C'è più di un Consiglio dei ministri che lo consente e quindi cerchiamo sempre di spalmare i provvedimenti del consiglio dei Ministri in maniera tale da lavorare su quello che è più urgente. È una questione logistica".

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