30 Maggio 2024
Carlo Cottarelli, economista, editorialista e politico italiano, in occasione della presentazione del suo nuovo volume "Dentro il palazzo" con Arca Fondi e Bper Banca Cesare Ponti, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia:
“Il libro è suddiviso in due parti che hanno un elemento in comune, cioè il mio rapporto con il mondo politico. In particolare, racconto di due episodi: gli otto mesi passati al Senato, e i quattro mesi “su e giù” dal Colle, quando sono stato Presidente del Consiglio incaricato.
Il tema principale è come funziona adesso la politica, ma il libro affronta anche altri argomenti come le future riforme, in particolare la riforma del premierato.
Io sostengo che già attualmente il Parlamento è svuotato dal suo ruolo di fare le leggi rispetto all'esecutivo, e dunque con il premierato si svuoterebbe ancora di più, così come il ruolo del Presidente della Repubblica sarebbe ridotto rispetto alla situazione attuale.
L’andamento verso una situazione in cui troppo potere viene concentrato nelle mani del capo dell'esecutivo mi preoccupa non poco, e non non mi preoccupa soltanto la questione in termini di democrazia, ma proprio il fatto che l'equilibrio tra i poteri è qualcosa che garantisce più dibattito, e quindi evita di scegliere il rischio di prendere scelte estreme e sbagliate".
Tra i tanti temi del libro anche il progressivo allontanamento dei cittadini dal mondo della politica; cosa fare in questo senso?
“Prima di tutto bisogna capire che l'allontanamento sta avvenendo sempre più rapidamente. Tra le ultime due elezioni generali, in otto anni si sono persi otto punti percentuali di partecipazione, con il raggiungimento della velocità di riduzione massima da quando il fenomeno è iniziato, ossia dall'inizio degli anni degli anni '90.
Ci sono tante cose che bisogna fare. A parte il fatto che bisognerebbe insegnare agli studenti che è un dovere andare a votare, ci sono poi un insieme di cose che dovrebbero essere fatte per rendere più credibili le promesse elettorali, come per esempio obbligare i partiti a indicare nei programmi di governo non soltanto cosa vogliono fare ma anche come queste cose verranno fatte e da dove verranno prese le risorse per farle. Questo darebbe di certo un po' più di credibilità alla nostra politica e al processo elettorale. Credo poi che sarebbe necessario consentire il voto, per esempio per posta. Questo si fa in tanti paesi, perché da noi non dovrebbe farsi? Credo, infine, che sarebbe molto importante ridare un po' di voce in capitolo al Parlamento rispetto all'esecutivo nello scrivere le leggi. Insomma, il libro contiene 14 diversi suggerimenti per cercare di dare più credibilità alle istituzioni politiche e quindi portare le persone a votare."
All'interno del libro ci sono anche tanti aneddoti.
"Si, molti. Uno, in particolare, è la sera in cui sono stato chiamato dal Presidente Mattarella e mi sono trovato a mezzanotte a dover andare a cercare un rasoio elettrico, poiché il mio lo avevo dimenticato a Cremona. Sono dovuto dunque uscire e andare alla ricerca di un supermercato dentro il quale, una volta trovato, c'erano un po' di persone in coda. In quel momento sono stato tentato dallo sfruttare quella famosa frase, "lei non sa chi sono io", ma poi mi sono detto "Chi ci crederà mai che devo saltare la fila perché domani devo andare da Mattarella e formare un nuovo governo?".
Ci troviamo in una situazione in cui da un lato ci siamo distaccati degli approvvigionamenti a basso costo della Russia (gas, petrolio, carbone), e dall'altro c'è una accelerazione di tutto il processo delle normative green. Che impatto può avere questo sulla finanza europea?
"Io penso che al 100% dopo le elezioni europee con il nuovo Parlamento questi obiettivi green, che fra l'altro a me non sembrano neanche sbagliati, saranno attenuati velocemente.
Il tema è ovviamente sempre quello di trovare le risorse se si vuole aumentare e rafforzare la difesa di questo continente e farlo a livello europeo; avere un esercito europeo farebbe risparmiare ma non so se riusciremo a farlo.
Il tema non sono tanto determinate regole europee, il problema è un problema di risorse effettive: se vogliamo avere case green, invece di avere persone che lavorano ad esempio producendo gelati, dobbiamo avere persone che producono i paletti per l'elettricità, se vogliamo che ci sia una transizione che funziona in un certo modo dobbiamo spostare le persone in quel settore. Questo è il vero problema: far cambiare lavori e rinunciare a certe cose. Vogliamo avere più armi? Dobbiamo cominciare ad avere ad avere più "burro", è la famosa scelta tra burro e cannoni. In questo momento se noi avessimo un esercito europeo riusciremmo ad avere una difesa forte senza avere una spesa, e quindi risorse che messe nel settore della difesa richiederebbero di rinunciare a molto burro; potremmo avere il burro e cannoni se lavorassimo più insieme".
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