09 Agosto 2023
Nel mezzo di un acceso confronto tra il governo e le istituzioni finanziarie, Giorgia Meloni ha ribadito la sua posizione dichiarandosi a sostegno del decreto di tassazione dei margini bancari e ha annunciato ulteriori misure per sostenere famiglie e imprese. Mentre il Paese lotta con i cambiamenti economici causati da inflazione ed aumenti dei tassi di interesse, il governo sembra determinato a garantire che il sistema finanziario agisca in modo equo.
Nella diretta video della rubrica "Gli appunti di Giorgia", Meloni ha sottolineato l'importanza della misura di tassazione dei margini bancari, in quanto questa va a colpire un margine che è statao definito "ingiusto". Questa mossa è stata incentivata dalla necessità di reperire risorse significative per finanziare la spesa sociale in un momento in cui l'economia globale affronta sfide senza precedenti.
L'Europa ha vissuto un'impennata dell'inflazione, attribuita principalmente a fattori esterni all'economia nazionale. In risposta a questa situazione, la Banca Centrale Europea ha aumentato i tassi di interesse, suscitando discussioni sull'efficacia di questa politica. Meloni ha evidenziato come questa dinamica abbia portato ad un aumento dei prezzi e dei costi del denaro, colpendo direttamente i mutui a tasso variabile, i nuovi finanziamenti e i prestiti. Il risultato è una possibile contrazione dell'economia, che richiede una risposta adeguata dal settore bancario.
L'Italia non è il solo Paese a considerare l'idea di imporre una tassazione sugli extraprofitti delle banche. La Spagna, sotto la guida di un governo di orientamento di centro-sinistra presieduto da Pedro Sanchez, è stata una delle prime a considerare questa soluzione. Si tratta di una tassa equivalente al 4,8% del margine di interesse e delle commissioni, e coinvolge le istituzioni bancarie che genereranno un margine di interesse superiore a 800 milioni di euro nel corso del 2023 e del 2024.
La leader di Fratelli d'Italia ha ribadito la necessità che le banche agiscano con correttezza in questa fase critica e ha annunciato che questa misura fiscale è una parte chiave di una strategia più ampia concordata con gli alleati politici della Lega. La dichiarazione di Matteo Salvini ha rafforzato questa posizione, poiché ha denunciato i profitti delle banche, sottolineando che molte di esse hanno registrato profitti considerevoli attraverso un aumento dei costi per coloro che hanno preso prestiti.
Oltre alla questione delle banche, Meloni ha affrontato le critiche sulla revoca del reddito di cittadinanza. Innanzitutto, ha smentito l'idea che questa decisione sia stata improvvisa, affermando che era già prevista nel programma del centrodestra e incorporata nella legge di bilancio adottata a dicembre. La premier ha poi annunciato che la misura di sostegno economico rimarrà invariata per disabili, categorie fragili e cittadini sopra i 60 anni.
Insomma, la leader di Fratelli d'Italia non cambia idea: il governo non ha intenzione di ritornare sulla sua decisione in merito al reddito di cittadinanza. Al contrario, l'obiettivo è quello di evolvere verso ciò che Meloni ha definito "reddito di occupazione", ovvero un reddito che deriva dall'occupazione lavorativa.
Meloni ha evidenziato che le stime iniziali suggerivano che circa 300.000 persone avrebbero perso il reddito di cittadinanza, ma la realtà si è dimostrata diversa, con solamente 112.000 persone che hanno perso questo beneficio. Questo dato ha portato la leader di Fratelli d'Italia a concludere che molte di queste persone hanno già intrapreso il cammino verso l'occupazione. La prospettiva di perdere il sostegno economico ha, infatti, spinto molti a cercare attivamente un lavoro e, come osserva Meloni, hanno dimostrato grande determinazione nel cercare occupazione.
Il passaggio da un reddito assistenziale a un reddito legato all'occupazione è stato presentato da Meloni come una scelta strategica. Questo cambiamento, secondo la premier, non solo "promuove l'autosufficienza", ma incoraggia anche la "partecipazione attiva nel mercato del lavoro". La leader politica ha enfatizzato che l'obiettivo non è solo fornire un supporto finanziario temporaneo, ma piuttosto creare le condizioni per una crescita economica sostenibile e una maggiore inclusione sociale.
Sul salario minimo, Meloni ha rinnovato la promessa di trovare un punto d'incontro con le opposizioni. La premier ha indicato che il governo avvierà presto un dialogo con i partiti come M5s e Pd per determinare se è possibile proporre un incremento serio dei salari minimi. Tuttavia, ha anche avvertito dell'eventualità che l'aumento del salario minimo possa comportare effetti collaterali indesiderati, influenzando negativamente un numero maggiore di lavoratori di quanto ne migliorerebbe.
Infine, rispondendo al contrattacco sul Pnrr, afferma: "L’Italia nel 2023 beneficerà di 35 miliardi del Pnrr, l’Ue conferma che alla fine dell’anno avrà tutte le risorse previste con buona pace di chi sperava che le perdesse o ne perdesse una parte. Siamo molto soddisfatti per questi risultati ottenuti, avevamo promesso che l’Italia non avrebbe perso un euro, che le cose sarebbero andate bene, i nostri progressi e sforzi sono riconosciuti e se a qualcuno dà fastidio che l’Italia abbia questi successi, noi continueremo a non risparmiarci".
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