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Mingardi, Istituto Bruno Leoni: “Decreto anti rave? Paradossale. Il Governo vuole mostrare i muscoli ma non mi sembra un buon inizio"

“Dimissioni Letizia Moratti, non mi stupisce. Ha fatto un grosso favore al centrodestra assumendosi l’incarico quando la reputazione della giunta lombarda stava deflagrando. Mi sembra impossibile che non si noti come nelle ultime elezioni abbia pesato molto l’irritazione per la gestione della pandemia. Crisi energetica? Se si va avanti con aiuti e sussidi si creano meccanismi perversi". L’intervista a Il Giornale d’Italia

02 Novembre 2022

Alberto Mingardi, Direttore dell'Istututo Bruno Leoni, con Il Giornale d'Italia ha commentato le prime misure attuate dal Governo di Giorgia Meloni, dalla discussa legge anti rave (art. 434bis di riforma del Codice Penale) al reintegro dei medici no vax.

Notizia di oggi: Letizia Moratti, vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia, si è dimessa dalla giunta. Causa scatenante: “provvedimenti contraddittori assunti in materia di lotta alla pandemia", La Moratti si dice inoltre preoccupata per  “la scelta di anticipare il reintegro dei medici e degli altri sanitari no vax”. Cosa ne pensa?

Mi sembra impossibile che non si noti come nell’ultima elezione abbia pesato molto l’irritazione per la gestione della pandemia in Italia. Fratelli d’Italia è un partito che passa dal 4,5%- 6,5% rispettivamente nelle ultime politiche ed europee, fino ad oltre 25% a queste elezioni. Passa da un partito radicato al Sud del paese al primo partito nel Nord Italia. Avviene perché gli italiani tendono a votare chi non è stato nel governo precedente, almeno dal ’94 in poi. E avviene anche perché Giorgia Meloni è la leader che con maggiore determinazione si è opposta alla linea tenuta dal governo Conte e poi Draghi sulla faccenda pandemia.

Trovo comprensibile che il governo abbia voluto dare un cambio di passo rispetto alla gestione. All’interno del centrodestra, le dimissioni di un personaggio così importante come Letizia Moratti è importante, siccome c’è in ballo la presidenza della Regione Lombardia. Credo che Letizia Moratti abbia fatto un grande favore al centrodestra, prendendosi una patata bollente come la responsabilità dell’assessorato alla sanità, nei mesi in cui la reputazione dell’efficienza dell’amministrazione lombarda stava deflagrando. L’efficienza mostrata dalla Lombardia durante la fase delle vaccinazioni ha poco a che vedere con la gestione delle politiche Covid.

Il generale Figliuolo e la Moratti in Lombardia sono stati bravissimi a mettere in atto un processo di vaccinazione efficiente. Le misure restrittive hanno avuto un peso quando la maggioranza degli italiani si era già vaccinata e ogni tanto sono state viste, alimentando un forte malessere sociale, come misure punitive nei confronti di chi aveva perplessità di altro tipo. Il green pass ha inciso al margine, ma quando la maggioranza degli italiani aveva già deciso di vaccinarsi. Ci sono stati molti problemi per chi ha esercizi commerciali, si è posto il peso dell’endorsement sulle loro spalle e si è alimentato un dissenso, uno degli elementi per la vittoria del centrodestra.

Cosa ne pensa invece del primo decreto legge del governo Meloni che vieta i rave party? C’è chi sostiene, come Amnesty e pezzi dell’opposizione, che il decreto sia poco chiaro e possa essere esteso anche ad altre forme di raduno, che possa essere "a rischio il diritto di protesta pacifica” ad esempio.

Sotto alcuni aspetti è paradossale. Se fosse corretta l’interpretazione emersa in tanti commenti, per cui si arriva ad una stretta sulle manifestazioni superiore ad un certo numero di persone, si torna al problema degli assembramenti, il quale è stato uno delle cose più odiose nella gestione della pandemia. Non mi stupisce che la destra voglia fare la destra.

Nel momento in cui la destra comincia la sua avventura vuole prendere delle decisioni riconducibile al suo ordine. Francamente abbiamo un Ministro della Giustizia come Nordio, che più volte in passato si è pronunciato contro la mania di istituire nuovi reati e penalizzare tutto. Sanzioni così elevate, norme apparentemente mal scritte, l’impressione non è una delle migliori delle partenze. Soprattutto dopo i discorsi parlamentari sulla fiducia a Giorgia Meloni, nei quali aveva interpretato in maniera universalmente apprezzata le categorie della destra conservatrice, europea e moderna.

Quando un governo si mette in moto non ha ancora messo a punto tutta la macchina che le consente di scrivere dispositivi normativi. Non credo sia un buon segnale cominciare da una risposta a una questione contingente sulla vicenda di Modena, per dimostrare di voler essere presenti e attivi. 

Crisi energetica. Gli sgravi sui prezzi, anche un po' indiscriminati oserei dire, possono essere una soluzione?

La posizione del nostro istituto su questo tema è molto chiara. Abbiamo impegnato molte risorse, quasi il 3% del pil per le politiche di sgravi e sussidi. I problemi legati all’approvvigionamento energetico e all’energia sono qui per restare, non si risolveranno alla fine dell’anno. Hanno a che fare con la guerra all’Ucraina e le sanzioni alla Russia. Inoltre, hanno a che fare con scelte di politica economica ed energetica precedente, cioè abbiamo deciso di rendere difficile la generazione di energia, la trivellazione ecc. Se si va avanti con aiuti e sussidi di questo tipo si creano meccanismi perversi. Non è una situazione passeggera, bisognerebbe cercare di aiutare le fasce più deboli della popolazione, perché questi aumenti alcune famiglie sono passate dal non curarsi della bolletta ad avere una bolletta come vincolo importante.

Bisogna cambiare alcune abitudini, la cosa migliore che lo Stato può fare è incidere a livello complessivo su alcune politiche energetiche, per rendere nuovamente possibile alle imprese trivellare, generare energia e trovare soluzioni tecnologiche diverse. Se continuiamo ad andare avanti con ondate di sussidi non ne usciamo più. 

Si terrà venerdì la cena annuale dell’Istituto Bruno Leoni. Siamo senz’altro davanti a un periodo complesso, dopo la pandemia e la Guerra in Ucraina ancora drammaticamente in corso sono saltati molti equilibri e verrebbe da dire che “niente è come prima”. Essere ‘liberali’ oggi cosa significa?

Siamo immersi nel flusso degli eventi e ci sembra che il mondo stia cambiando in modo straordinario. Ci sono tanti fattori di preoccupazione dovuti a scelte scellerate da parte di uomini di potere, di Stati e decisori pubblici. Quello che non cambia è che la libertà individuale e d’impresa sono l’unico lievito possibile per lo sviluppo e la crescita economica.

Abbiamo appreso negli ultimi mesi e dalla pandemia che limitare la libertà economica e individuale delle persone abbia effetti negativi dal punto di vista della collettività. Ci attendono mesi e anni difficili, anche sotto il profilo economico, dobbiamo avere la forza di comunicare come riscoprire il valore della libertà. Paesi come il nostro che hanno per anni reso difficile fare attività imprenditoriale, pagheranno nella crisi il costo di queste rigidità.

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