Carlotta Dessì, vaccino Covid e "turbo cancro", il web si scatena: "A Pomeriggio 5 attaccavi i medici "no vax" come Delicati per false esenzioni, ma se tu li avessi ascoltati forse saresti ancora viva" - VIDEO

Carlotta Dessì è morta per un "turbo cancro". La giornalista Mediaset aveva solo 35 anni e la sua scomparsa prematura ha provocato uno choc nel mondo del giornalismo. Della cagliaritana, il web ricorda in particolare un servizio nel quale prendeva di mira il medico 'no-vax' Giuseppe Delicati, andandolo a cercare nel suo studio per "attaccarlo". All'epoca lavorava come inviata per Pomeriggio 5, programma condotto da Barbara D'Urso. Sotto i riflettori era finito il medico, colpevole di rilasciare false esenzioni al vaccino Covid.

Carlotta Dessì, vaccino Covid e "turbo cancro", il web si scatena: "A Pomeriggio 5 attaccavi i medici "no vax", ma se li avessi ascoltati saresti viva"

Così la Dessì mentre rincorreva il dottor Delicati: "Lei è un medico che non aveva diritto di fare queste esenzioni. La procura sta indagando su di lei per falso ideologico e procurato allarme in tempo di Covid. Qua c'è tutta gente che sta aspettando lei. Non sta facendo le cose in con scienza e coscienza, mi spiace", continua. "Lei ha detto che chi si vaccinava si prendeva il Covid. Ci vuole dare qualche spiegazione? Ma chi è lei scusi?". Poi sopraggiungono presunte spinte: "Sono qua a fare il mio lavoro, chi è che sta spingendo. Mi tolga le mani".

Il servizio di Dessì, come detto, è stato ripreso dal web. Web e non solo. Dopo la morte della giornalista in molti gruppi Whatsapp e canali Telegram come Ugo Fuoco - Stop dittatura, si sono scatenate le ipotesi sulla correlazione tra il vaccino Covid e turbo cancro. Alcuni utenti social a corredo del video hanno scritto: "A Pomeriggio 5 attaccavi i medici "no vax" come Delicati per false esenzioni, ma se tu li avessi ascoltati forse saresti ancora viva". "Morta per un turbo cancro Carlotta Dessì, giornalista che fu inviata dal programma di Barbara D'Urso a ''pizzicare'' i medici novax che facevano esenzioni relative all'inoculazione del siero sperimentale spacciato per ''vaccino'' anti-covid".

La Redazione de Il Giornale d'Italia si unisce alla famiglia Dessì con profondo dolore.