21 Novembre 2022
Le tre prostitute uccise nel quartiere Prati a Roma hanno lasciato un'intera comunità in suspense, in attesa che gli inquirenti riuscissero a rintracciare il killer.
Poi la polizia lo ha trovato all'interno di una camera di un bed and breakfast nei prezzi della stazione termini: l'uomo aveva gli stessi indumenti registrati dai filmati delle telecamere. La differenza che il suo nome era già noto sia alla cronaca sia alla giustizia: Giandavide de Pau infatti era già emerso nell'inchiesta del mondo di mezzo come guardaspalle del boss della camorra Michele Senese che sfidò Massimo Carminati. Decisiva per l'indagine è stata anche la dichiarazione di un super testimone: poche ore fa Francesca de Pau, la sorella di Giandavide attualmente nel carcere di Regina Coeli, ha dichiarato di averlo denunciato lei agli inquirenti.
A quanto pare la sorella, una volta raggiunta dei giornalisti di La7, ha dichiarato che lei prova "un dolore talmente grande, e che la madre è stata affetta da un infarto quattro mesi fa e rischia di morire da un momento all'altro".
Poi come riportato dal Corriere della Sera, la donna ribadisce di provare molto "dolore a causa della situazione in cui versa la propria famiglia" e di aver denunciato lei suo fratello, "per un senso di giustizia, ma mio fratello non sta bene con la testa".
Da quanto si riesce a comprendere evidentemente l'uomo aveva già manifestato raptus e scatti d'ira e quindi la famiglia è stata la prima a subire i comportamenti dell'uomo. Tuttavia da quanto emerge dalle indagini l'indagato, pluripregiudicato e che già ha avuto problemi di tossicodipendenza, insiste sul vuoto di memoria. Dalle sue descrizioni infatti emerge che ricorda di essere stato in via Riboty con una delle ragazze cinesi e poi anche in via Durazzo e ricorda vagamente di aver tamponato la gola di una di loro e di aver visto molto sangue. Poi dice di aver vagato per due giorni senza mangiare e senza dormire.
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