24 Ottobre 2020
"C'è tanto allarmismo". Lo afferma il virologo Giorgio Palù, professore emerito dell'Università di Padova e past-president della Società italiana ed europea di Virologia, in un'intervista al Corriere della Sera. "E' indubbio che siamo di fronte a una seconda ondata della pandemia, ma la circolazione del virus non si è mai arrestata - sottolinea l'esperto - anche se, a luglio, i casi sembravano azzerati, complice la bella stagione, l'aria aperta, i raggi ultravioletti che uccidono il virus".
I casi di aumento del contagio vanno trattati come casi di "persone positive al tampone". Fra questi "il 95 per cento non ha sintomi e quindi non si può definire malato". Inoltre "è certo che queste persone - sostiene il virologo - sono state 'contagiate', cioè sono venute a contatto con il virus, ma non è detto che siano 'contagiose', cioè che possano trasmettere il virus ad altri".
"Potrebbero farlo se avessero una carica virale alta -precisa Palù - ma al momento, con i test a disposizione, non è possibile stabilirlo in tempi utili per evitare i contagi". Allo stesso tempo, persone "positive" che non sono "contagiose", potrebbero esserlo perché "potrebbero avere una carica virale bassa, perché potrebbero essere portatrici di un ceppo di virus meno virulento oppure perché presentano solo frammenti genetici del virus, rilevabili con il test, ma incapaci di infettare altre persone".
"Quello che veramente conta - sostiene il virologo - è sapere quante persone arrivano in terapia intensiva: è questo numero che dà la reale dimensione della gravità della situazione. In ogni caso questo virus ha una letalità relativamente bassa, può uccidere, ma non è la peste". Durante l'intervista Palù si dice anche "contrario come cittadino al lockdown".
"Sarebbe un suicidio per la nostra economia - spiega - come scienziato perché penalizzerebbe l'educazione dei giovani, che sono il nostro futuro, e come medico perché vorrebbe dire che malati, affetti da altre patologie, specialmente tumori, non avrebbero accesso alle cure".
"Tutto questo - conclude - a fronte di una malattia, covid-19, che tutto sommato ha una bassa letalità. Cioè non è così mortale. Dobbiamo porre un freno a questa isteria".
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