20 Ottobre 2020
"Se le ultime fasi di preparazione (il cosiddetto 'rolling value') del vaccino Oxford-Irbm Pomezia-Astrazeneca saranno completate nelle prossime settimane, le prime dosi saranno disponibili all'inizio di dicembre". Lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Bruno Vespa per il libro "Perché l'Italia amò Mussolini (e come ha resistito alla dittatura del Covid)" in uscita il 29 ottobre da Mondadori Rai Libri.
“Già all’inizio avremo i primi due o tre milioni di dosi di vaccino - ha aggiunto il Premier - altri milioni ci arriveranno subito dopo. La Commissione europea ha commissionato ad Astrazeneca e ad altre società alcune centinaia di milioni di dosi. Penso che per contenere completamente la pandemia dovremo aspettare comunque la prossima primavera”.
Parlando del Mes Conte ha poi affermato: “Non ho mai escluso l’accesso". "Queste decisioni politiche - ha spiegato il Premier - si prendono al tavolo di maggioranza dopo un confronto approfondito. Io ho dato soltanto un contributo per deideologizzare questo tema. I soldi necessari alla sanità possiamo trovarli anche diversamente. Il Mes è un debito. Se ne avremo bisogno, vuol dire che aumenteremo il deficit”.
Quando Vespa ha chiesto se prendendo il Mes l’Italia farebbe una brutta figura, visto che finora nessun altro paese lo ha preso, Conte ha risposto: “Non ho una mia valutazione. Oggettivamente prendo atto che il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha detto che, visto che nessuno prende il Mes, ci sarebbe uno stigma per chi lo chiede. Io non so quantificare questo stigma. Non posso prevedere le reazioni dei mercati finanziari".
Reagirebbero bene o male? "Il Sure (il fondo europeo per finanziare la cassa integrazione) - conclude Conte - lo prendono tutti. Il Mes no. Se fossimo i soli a prenderlo, questo farebbe scattare un segnale di attenzione nei confronti dell’Italia”.
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