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Coronavirus, Locatelli: 'Seconda ondata non sarà forte come la prima'

11 Giugno 2020

Coronavirus, Locatelli: 'Seconda ondata non sarà forte come la prima'

"Dobbiamo farci trovare preparati a gestire una seconda ondata di contagi, che comunque, se dovesse mai esserci, non ritengo avrà le dimensioni e la portata della prima". Così Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità (Css) e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts), ospite ad Agorà, su Rai 3.
"Prevedere se e quando ci sarà una seconda ondata è un esercizio da indovino piuttosto che da scienziati - ha commentato - ma è possibile che con il ritorno dei mesi più freddi, nel tardo autunno o inverno, ci possa essere una ripresa perché il virus circola ancora in molti paesi del mondo, come vediamo dai dati di America Latina e India".

Coronavirus, locatelli: 'Sforzo per un vaccino che conferisca immunità di gregge'

"C'è uno sforzo internazionale mai registrato prima nella storia dell'umanità per un vaccino in grado di conferire immunità di gregge, ovvero una protezione largamente estesa contro il nuovo coronavirus" ha aggiunto. "Il messaggio è che lo Stato italiano c'è. Farsi trovare pronti per il vaccino - ha sottolineato l'esperto - è importante. Il nostro governo ha fatto in questo senso investimenti importanti, basti pensare al prodotto di ricerca che sarà sviluppato grazie all'investimento fatto da Ministero della Salute, della Ricerca, Regione Lazio e Cnr".

Coronavirus, Locatelli: 'I guanti sono controproducenti'

I guanti "sono controproducenti" afferma Locatelli. "Sono d'accordo con la posizione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità - ha precisato - ovvero che nella popolazione non serve metterli. Una buona e ripetuta igiene delle mani è largamente sostitutiva dei guanti che danno un falso senso di sicurezza. Chi si occupa di questa pandemia ha anche una responsabilità comunicativa. Serve precisione nei messaggi e sobrietà nel comunicarli".

Quanto ai giovane che, secondi alcuni sarebbero meno contagiabili, Locatelli ha ribadito: "è materia dibattuta. Se infatti ne abbiamo trovati meno positivi potrebbe anche esser dovuto al fatto che i tamponi sono stati in buona parte fatti sui sintomatici e questo può impattare su una valutazione della diffusione tra i giovani" che sono invece più spesso asintomatici.

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