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Fase 2, gli esperti: ‘Un metro di distanza non è sufficiente al chiuso e nelle regioni con più casi’

16 Maggio 2020

Fase 2, gli esperti: ‘Un metro di distanza non è sufficiente al chiuso e nelle regioni con più casi’

Fase 2, gli esperti: ‘Un metro di distanza non è sufficiente al chiuso e nelle regioni con più casi’

Il rischio di contagio da Coronavirus sarebbe maggiore nei luoghi chiusi. A partire dal 18 maggio, quando le misure saranno allentate, bisognerà fare molta attenzione perché il virus è ancora in circolo. Gli esperti di virologia, epidemiologia e igiene ritengono che la distanza di un metro di sicurezza non sarebbe sufficiente nei luoghi affollati e al chiuso. Il pericolo si nasconde anche negli incontri ravvicinati fra i bambini e soprattutto nelle cene con gli amici.

"La precipitazione delle goccioline respiratorie è molto alta entro un metro di distanza dalla persona infetta” spiega Carlo Signorelli, professore di igiene al San Raffaele di Milano, come riporta La Repubblica. L’esperto precisa che “è più bassa, ma esiste ancora, tra uno e due metri. È trascurabile oltre i due metri". Le goccioline vengono emesse non solo tramite uno starnuto o la tosse, ma anche semplicemente parlando o respirando.

A breve riapriranno anche bar e ristoranti. Questi dovranno rispettare alcune indispensabili misure di sicurezza, ma Federico Perno, virologo dell'università di Milano, avverte: "In Lombardia, al chiuso, la distanza di un metro fra i tavolini non è sufficiente per stare tranquilli. Due metri servono tutti. All'aria aperta invece il rischio di trasmissione è molto più basso. Lì un metro è più che ragionevole".

Fase 2: il pericolo nelle cene a casa con gli amici

“Non possiamo certo prevedere controlli anche lì – afferma Pier Luigi Lopalco, epidemiologo dell'università di Pisa e consulente della Regione Puglia - e non ci aspettiamo che le persone indossino le mascherine in casa, anche se sarebbe opportuno, durante gli incontri con gli amici". “Siamo di fronte a un amico che non ha alcun sintomo – immagina Perno - e noi ci fidiamo di lui. Ma lui stesso potrebbe essere stato contagiato a sua insaputa. Purtroppo il concetto ‘mi fido di te’ non esiste con questo virus. Anche il più caro degli amici potrebbe rivelarsi un nemico, dal punto di vista della malattia".

Signorelli ricorda inoltre che "durante il lockdown, il 30% dei contagi è probabilmente avvenuto in ambiente domestico". Nelle situazioni in cui ci si sente a proprio agio e con persone conosciute si tende a seguire in modo meno rigido le precauzioni, ma questo è un errore. Non bisogna mai smettere di prestare attenzione, perché il Coronavirus è “subdolo e insidioso”, come più volte affermato dagli esperti.

Fase 2, rischio inferiore al mare e all’aria aperta

Il sole e il vento renderebbero il rischio di contrarre il Covid-19 inferiore. "Il virus – spiega Perno - non si trasmette con la sabbia, né con l'acqua, né sui sentieri di montagna. A meno che, ancora una volta, non si stia molto vicini".

"L'epidemia mostra chiaramente un andamento stagionale" precisa Signorelli. "L'estate aiuta. Lo stiamo vedendo con la diminuzione dei casi da noi e l'aumento in Sudamerica. Dai dati che abbiamo – aggiunge Signorelli - vediamo che la stragrande maggioranza dei contagi è avvenuta nei luoghi chiusi, soprattutto strutture sanitarie e case. Il vento della spiaggia, in particolare, ha un grande effetto nel disperdere il virus". Gli esperti spiegano inoltre che il cloro delle piscine è in grado di inattivare i microrganismi. Al sole poi la sopravvivenza del coronavirus si riduce.

Fase 2, il rischio d contagio nascosto negli incontri fra bambini

“All'aperto il rischio di contagio è legato quasi esclusivamente agli assembramenti" spiega Signorelli. Bisogna fare attenzione agli incontri fra i bambini. "Abbiamo visto che i giovanissimi hanno sintomi più lievi – precisa Perno- ma il loro rischio di contagio è simile a quello degli adulti. Potrebbero dunque essere capaci di trasmettere il virus in maniera asintomatica".

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