11 Dicembre 2020
Camera dei Deputati - Comunicazioni di Roberto Speranza sulle misure anti Covid-19 - Fonte: LaPresse
Il 22 dicembre il Governo, rappresentato dal Ministero della Salute, dovrà presentarsi davanti ai giudici del Tribunale amministrativo del Lazio. Agli uomini di Roberto Speranza, titolare del dicastero, verrà chiesto di far chiarezza per quanto riguarda l’esistenza o meno del Piano segreto anti-Covid. Il documento, tenuto nascosto dalle più alte cariche dell’esecutivo, avrebbe determinato la risposta iniziale dell’Italia alla pandemia.
Dopo mesi però, quel documento non è ancora stato pubblicato e, anzi, si è sempre negata la sua esistenza. Una stranezza che ha portato le opposizioni, capitanate dal deputato di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami, a chiederne conto. La questione, vista però la strenua opposizione di Speranza a condividere il documento, è arrivata fino alle aule dei tribunali. I giudici del Tar decideranno quindi se obbligare il ministero a rendere noto il dossier, del quale nessuno, nemmeno le Regioni, sono stati messi al corrente durante la fase critica primaverile.
E dire che se non fosse stato per Andrea Urbani, membro del Comitato tecnico scientifico (Cts), di questo strano episodio non si sarebbe saputo mai nulla. Fu infatti lo stesso Urbani a rivelare in un’intervista l’esistenza di un dossier a cui il Governo si è sempre attenuto, suscitando lo stupore di amministratori locali e membri dell’opposizione, tenuti all’oscuro per diversi mesi. “Un piano di emergenza sanitaria sicuramente non lo abbiamo ricevuto”, disse Vittorio Demicheli, membro della task force lombarda. Speranza dovette quindi andare davanti al Copasir a testimoniare sulla vicenda, smentendo le parole di Urbani e definendo il famoso dossier come un semplice “studio di previsione”. In realtà, visto che si crede che al suo interno ci fossero indicazioni chiare su come gestire l'approvvigionamento di materiale sanitario e come reagire al dilagare del contagio, si crede che fosse ben più di una previsione, quanto piuttosto un piano operativo. Del perché sia stato secretato e tenuto nascosto, non c’è certezza, un fatto che non ha fatto altro che alimentare i dubbi sull’operato del Governo.
La storia di questo dossier è avvolta in un mistero, fatto di dubbi, smentite e menzogne. All’inizio, Protezione civile e ministero della Salute, inoltrano ai cronisti il rapporto di Stefano Merler, overo lo studio di un ricercatore che, ben prima che la pandemia colpisse l’Italia, metteva in guardia Palazzo Chigi dallo tsunami che avrebbe travolto il Paese da lì a poche a settimane. Si crede dunque che il rapporto Merler sia il piano segreto, e il Ministero non fa nulla per chiarire l’incomprensione. Speranza fa in modo che i due documenti si confondano, sperando che il fatto passi sotto traccia. La realtà dei fatti è che il 12 febbraio Merler aveva presentato la sua relazione al Cts. Subito dopo il gruppo messo da Conte a gestire la risposta italiana al Covid-19 aveva dato vita ad un gruppo di lavoro per produrre, entro una settimana, una prima ipotesi di Piano operativo di preparazione e risposta a diversi scenari di possibile sviluppo di una epidemia da 2019-nCov”.
È chiaro dunque come il piano segreto non sia il rapporto Merler, quanto piuttosto un’elaborazione dei dati presentati dal ricercatore che ha guidato la risposta del sistema sanitario al dilagare del contagio nei mesi di febbraio, marzo e aprile.
A sorprendere è il muro che è stato costruito, dalle più alte cariche dello Stato, attorno a questa vicenda. Perché secretare il piano? Cosa contiene di così segreto da non poter essere condiviso con le Regioni, che hanno gestito in prima linea il Covid? Su queste domande si è mossa l’iniziativa di Bignami (deputato di Fdi) che ad aprile ha fatto un accesso agli atti in modo da ottenere i documenti di cui ha parlato Urbani nella famosa intervista. Bignami non ha mai ricevuto alcuna risposta, nonostante abbia sollecitato a più riprese il ministero.
Da qui la decisione di ricorrere al Tar. “Se hanno qualcosa da nascondere dovranno dirlo. Se non hanno nulla da nascondere, dovranno darci il documento” è la tesi del deputato. "Abbiamo chiesto al ministero della Sanità di produrre questi documenti. Ma il governo, che in pubblico dice di voler collaborare con il centrodestra, si costituisce in giudizio contro di noi pur di non darceli - dice al Giornale.it Bignami - È da agosto che li chiediamo e sino ad oggi non hanno fornito nulla, né risposto a tutte le interrogazioni che abbiamo presentato".
Toccherà dunque ai giudici del Tar decidere se gli italiani si meritano di conoscere su che basi il Governo abbia agito nella prima fase di un’epidemia che, ad oggi, è già costata 60 mila vittime.
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