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Recovery Plan, alla Sanità solo 9 miliardi. Medici in rivolta contro il Governo: 'E' uno schiaffo al Paese'

Il Recovery Plan assegna alla Sanità solo il 4% dei fondi messi a disposizione dall'Europa. Rivolta tra i medici che accusano direttamente il Governo. Ma forse è il preludio dell'attivazione del Mes sanitario

09 Dicembre 2020

Recovery Plan, alla Sanità solo 9 miliardi. Medici in rivolta contro il Governo: 'E' uno schiaffo al Paese'

Personale ospedaliero alle prese con contagiati da Covid-19 - Fonte: LaPresse

Iniziano a delinearsi con maggiore chiarezza i dettagli del piano con cui il Governo Conte prova a rilanciare l’Italia. Il Recovery Plan, in fase di ultimazione, verrà finanziato con i soldi in arrivo dall’Europa. Si tratta di oltre 200 miliardi. Di questa cifra astronomica, colpisce la quota destinata alla sanità: 9 miliardi. Un po’ più del 4%, pochissimo se si pensa al costo, sia in termini di vite che economico, che ha pagato e pagherà l’Italia nei prossimi anni a causa della pandemia. Le colpe della tragedia che ha colpito il nostro Paese sono da additare in gran parte al collasso del Sistema sanitario nazionale, totalmente impreparato a reggere l’urto della pandemia.

Il mondo dei medici all'attacco: “È uno schiaffo”

Spiace considerare che a un settore così vitale, specie in questo momento, come quello sanitario non sia stata riservata la centralità che meriterebbe. Va bene un finanziamento generale, ma le disuguaglianze che esistono sul fronte della sanità tra le varie regioni resteranno invariate, spiega Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale dei medici. 

Se consideriamo i tagli inflitti alla Sanità negli ultimi anni, 9 miliardi di euro non sono abbastanza. Inoltre, si deve intervenire per ridurre il divario tra Regioni in termini di efficienza sanitaria e ospedaliera. Non è possibile che, ad esempio, tra Emilia-Romagna e Puglia ci sia una differenza di venti mila operatori sanitari. La cifra assegnata alla Sanità è: “Uno schiaffo agli operatori sanitari e agli italiani stessi - dopo tutto quello che hanno fatto e continuano a fare per lottare contro questo virus” sostiene Giuseppe Carbone, segretario generale delle Fials. 

I medici: “Per questo abbiamo chiesto di attivare il Mes, sapevano che a noi sarebbero toccate le briciole”

Polemiche anche per quanto riguarda l’attivazione del cosiddetto Mes sanitario. In una nota, l’Associazione italiana medici sostiene come sin dall’inizio della pandemia abbia richiesto l’uso dei 37 miliardi, temendo che (cosa poi effettivamente avvenuta) nella ripartizione delle risorse dal fondo generale alla Sanità sarebbero arrivate solo le briciole. “È un fatto grave che nel piano si preveda di destinare alla sanità appena il 4,3% delle risorse del programma europeo Next Generation” - sostengono i rappresentanti dei medici.

Le accuse puntano dritto a Palazzo Chigi, reo di non capire la gravità della situazione. “Il Governo non ha la percezione di quanto sta accadendo negli ospedali, della stanchezza, dello stress fisico e psichico, dell’angoscia e della frustrazione che accompagnano il triste corteo delle morti. Né ha a cuore le insopportabili attese dei cittadini malati di altro, spinti nelle braccia di un privato che si va riorganizzando come pilastro paritario”. La paura è che se dopo tutto quello che è successo negli ultimi mesi sia questa l’attenzione che il Governo rivolge alla sanità, ci sia davvero poco da sperare per il futuro a venire. 

La possibile spiegazione della scelta di Palazzo Chigi

C’è solo una ragione che può spiegare perché Conte & Co. abbiano deciso di riservare alla Sanità la misera cifra di 9 miliardi di euro, tra i 200 messi sul piatto dall’Europa. La risposta si chiama Mes. In concomitanza con l’approvazione della riforma del Fondo salva-Stati nella giornata di oggi, e le insistenze del PD per attivarlo, tutto fa sembrare che i 9 miliardi non siano altro che l’ultimo degli indizi. Non ci sarà dunque da sorprendersi se, nelle prossime settimane, il Governo chiederà a Bruxelles i 37 miliardi del Mes, pronti da essere spesi per rilanciare il Sistema sanitario nazionale. 

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