05 Dicembre 2020
Il mese dell’anno in cui gli italiani spendono di più è dicembre. Lo confermano numerose statistiche. Si tratta del periodo in cui viene effettuato anche il più alto numero di prelievi di denaro contante. Che cosa dice la legge in materia? Esistono dei limiti da rispettare? Quali sono i rischi in cui si può incorrere se si superano certe quote?
In Italia, il prelievo di denaro dal proprio conto, evitando trasferimenti a terzi, di per sé non costituisce violazione delle norme. Infatti, è permesso chiudere in qualsiasi momento il proprio conto presso un certo istituto bancario, prelevando la somma depositata. Tuttavia, se non esistono limiti al prelievo di contanti, esistono delle leggi che regolano l’uso dello stesso. Il dl n.124 del 2019, infatti, ha ridotto il limite consentito a 2mila euro, con sanzioni comprese tra i 2mila e i 50mila euro per i trasgressori. Quindi, per chi avesse necessità di fare acquisti superiori a questa soglia, è necessario usare metodi di pagamento tracciabili (carte di credito, assegni ecc.).
Esiste anche un secondo aspetto che riguarda tutta una serie di controlli automatici nel caso in cui venissero segnalati prelievi di ingenti somme. Questo è fatto per combattere l’evasione fiscale e alcune forme di riciclaggio di denaro. A fronte di prelievi che superano i 10mila euro, la banca è costretta a inoltrare una segnalazione alle autorità competenti. E' chiaro che se un correntista decidesse di prelevare la stessa somma ma in dieci tranche separate, andrebbe lo stesso incontro a dei controlli. Il messaggio è dunque chiaro: il denaro va usato per i piccoli acquisti, per il resto meglio usare direttamente le altre forme di pagamento.
Altro aspetto molto importante è il ruolo dell’Agenzia delle Entrate. Questa può infatti far valere a carico delle aziende la cosiddetta presunzione di evasione, nel caso in cui vengano svolte operazioni in contanti, includendo anche i prelievi, che superino il valore di mille euro quotidiani o dei 5mila mensili.
Per quanto riguarda i controlli fiscali (effettuati sui prelievi dal conto corrente) è importante distinguere se il correntista è un disoccupato, un pensionato, un lavoratore o un imprenditore. Un disoccupato, ad esempio, verrà sottoposto a forme di controllo ridotto, mentre un imprenditore è più spesso chiamato a giustificare l’uso del denaro e, dunque, a conservare le prove di eventuali pagamenti tramite i conti aziendali.
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