26 Novembre 2020
La vicenda del piano pandemico continua a gettare dubbi sull’operato del Governo. Da quanto è emerso, l’Italia un piano pandemico per arginare il dilagare del contagio lo ha avuto solo il 2 di marzo. Altri in Europa, tra cui la Germania, si sono mossi molto prima. Motivo per cui l’evoluzione degli eventi in Italia e Germania è stata diametralmente opposta. A Berlino, per intenderci, il piano pandemico aggiornato era pronto al 16 di gennaio.
Questi 45 giorni di differenza sono ritenuti essere determinanti. Per quale motivo Palazzo Chigi ha tardato così tanto, dal momento che gli effetti della pandemia in Cina e nel resto del sud-est asiatico erano chiari molto prima che i primi casi arrivassero in Italia? Durante la lunga serie di interrogazioni parlamentari che si sono susseguite nelle ultime settimane, ci sono interrogativi anche per quanto riguardava il famoso piano anti-covid tenuto segreto. Si tratta di quel famoso documento che venne tenuto nascosto alle Regioni e di cui, ancora oggi, si sa poco o nulla.
Se però ormai non si discute più dell’esistenza o meno del documento segreto, a tenere banco sono le tempistiche. L’accusa infatti è che il piano sia stato redatto troppo tardi perché potesse essere efficace. A seguito di quanto avvenuto a fine gennaio, quando i due turisti cinesi risultarono positivi al tampone, il Governo accelerò i gli sforzi per reggere l’onda d’urto derivante dall’aumento dei contagi. All’epoca, le mosse del Governo sembravano quasi in anticipo, visto che non risultavano esserci contagi all’interno della popolazione italiana.
È su questo che Bignami, parlamentare di FdI, rivolge le domande a Roberto Speranza, titolare del ministero della Salute. Quello che Bignami vuole chiarire è per quale motivo l’Italia non avesse un piano pandemico aggiornato. Sull’argomento anche il programma Report su Rai3 è intervenuto, mostrando come dal 2006 i piani non sono mai stati aggiornati. Dal momento che le fonti normative e internazionali prescrivono che ogni 3 anni i piani pandemici vadano aggiornati, com’è possibile che dal 2006 a oggi in Italia non sia stato fatto alcun intervento in materia?
A questo poi si aggiungono i paragoni con i tedeschi. Perché se Berlino già il 16 gennaio disponeva di una serie di linee guida, che poi si sono rivelate essere decisive per la gestione dell’epidemia, da noi si è tardato così tanto? Il modello tedesco si è rivelato essere sicuramente molto più efficace della gestione italiana del Covid-19. In un articolo pubblicato sulla piattaforma Exemplars in Global Health e su Our World in Data, emerge che a Berlino "le valutazioni dei rischi e le linee guida tecniche per i test, la ricerca dei casi, la ricerca dei contatti, l'igiene e la gestione delle malattie, nonché vari altri documenti, erano disponibili dal 16 gennaio". Anche sul fronte dei test i tedeschi si sono mossi in netto anticipo. Negli stessi giorni, dei ricercatori hanno sviluppato un primo prototipo di tampone in grado di rilevare le forme del nuovo coronavirus.
La differenza tra noi e la Germania è tutta in questi due eventi. "Il governo tedesco è entrato nella pandemia con un dettagliato piano pandemico nazionale. Insieme ai piani di preparazione generici e ad altri piani e documenti specifici per malattie, questo piano di risposta dettagliato ha consentito al governo di attivarsi rapidamente, senza sprechi di tempo in controversie relative a governance, contabilità o costi".
I numeri parlano chiaro, se a Palazzo Chigi si fossero mossi primi, oggi la situazione sarebbe diversa.
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