18 Novembre 2020
Francesco Boccia (fonte foto Lapresse)
"Aprire tutto non è contemplato, ci porterebbe al primo gennaio 2020 e non ci possiamo arrivare fino a quando non abbiamo la certezza che ne siamo fuori" Così parla Francesco Boccia, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, durante un'audizione alla Camera.
"Riduciamo il contagio e poi valuteremo le diverse condizioni territoriali", prosegue Boccia, ribadendo comunque che un lockdown nazionale "oggi non è più riproponibile".
Boccia ha parlato anche dei parametri usati per la classificazione a zone dell'Italia: "Rimangono sempre gli stessi su cui la cabina di regia ha lavorato da maggio a oggi e continuerà a farlo. Sono indicatori a garanzia della tutela della salute di tutti noi, sono oggettivi".
"Ieri c'è stata una richiesta comprensibile per un confronto su questi indicatori, ma il confronto avviene ogni settimana. Se viene fuori una valutazione scientifica sui parametri bene" ha continuato Boccia, che poi ha precisato: "Però non possiamo politicizzare anche i parametri. Continuiamo su questa strada".
Boccia ricorda poi che il piano di divisione dell'Italia in tre zone di pericolo di contagio è nato con il decreto di aprile: "Questa è la 26/esima settimana di utilizzo di quel modello. Non è nato il 3 novembre, ma mesi prima perché la fase di graduale riapertura l’abbiamo gestita con massima cautela nonostante le spinte per riaperture immediate".
Infine, il Ministro delle Regioni conclude lanciando l'appello a continuare a tenere sotto controllo la rete sanitaria, precisando che oggi comunque non siamo nella stessa situazione di marzo e aprile.
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