06 Novembre 2020
Luca Zaia (fonte foto Lapresse)
"In Veneto stiamo entrando nella fase più critica, alcune province, Belluno e Treviso lo sono già come alcune Ulss". Ad annunciarlo è il presidente della Regione Luca Zaia, nel corso del punto stampa. "Con mezzo piede siamo già dentro la fase 4, quindi siamo nella fase di massima tensione degli ospedali" ha proseguito.
Le previsioni sono che "per la metà di novembre dovremmo raggiungere i 250-300 ricoveri nelle terapie intensive" ha sottolineato Zaia, che poi ha precisato "la fase 4 (veneta) non prevede restrizioni sociali, ma solo ospedaliere. Questa fase 4 non c'entra nulla con le zone gialla, arancione e rossa stabilite dal governo su scala nazionale".
Quindi la fase 4 per la Regione Veneto significa pressione ospedaliera: il problema sono i posti letto per i malati da Coronavirus, che dovrebbero "essere tolti il più possibile dall'attività sanitaria primaria e dai reparti come medicina". "Secondo i nostri modelli previsionali entro i prossimi 10-20 giorni si potrà arrivare a 1.800-2.000 ricoveri negli ospedali del Veneto nella peggiore delle ipotesi" ha dichiarato Zaia preoccupato.
La situazione in Veneto "è pesante per la mancanza di personale" ha proseguito il governatore e ha lanciato un appello: "Ci servono anestesisti e pneumologi. Non ce ne sono proprio, non è che ci siamo dimenticati di assumerli". Luca Zaia ha confermato poi la collaborazione tra sanità pubblica e privata, definita "una delle colonne della sanità in Veneto. Una collaborazione già avuta nel corso della prima ondata a marzo".
Secondo il nuovo Dpcm, il Veneto è zona gialla, ma "si passa di fascia cioè dalla gialla attuale all'arancione, solo se abbassiamo la guardia" ha avvertito Zaia. "Sul fronte ospedaliero noi pensiamo di farcela a restare nei parametri previsti dalla fascia gialla" ha precisato.
Ma questo non vuol dire non rispettare le regole imposte nella Regione: "Il resto però dipende dai comportamenti dei cittadini: se aumenta l'indice Rt, e aumenta decisamente il numero dei positivi finiamo in fascia arancione e rossa e ci dobbiamo chiudere tutti in casa" ha avvisato Zaia. "Noi non lo vogliamo. Ma, purtroppo, c'è ancora gente che va in giro senza mascherina".
Infine il governatore veneto ha parlato della situazione nella Regione: "A parità di tamponi fatti oggi ci sono metà dei positivi rispetto allo scorso marzo. Ieri sono stati fatti 20.500 tamponi. E in 24 ore i nuovi positivi sono 2.302, per un totale di 43.937 positivi dall'inizio dell'epidemia, il 21 febbraio scorso".
"In isolamento in Veneto vi sono oggi 17.972 persone, mentre i ricoverati sono 1.301, 27 in più da ieri, quindi con una frenata del ritmo di crescita dei ricoveri, così come per le terapie intensive salite in totale a 174, 4 in più delle ultime 24 ore", ha spiegato Zaia, che ha annunciato: "Vi sono stati anche 13 decessi per un totale di 2.543 dall'inizio dell'epidemia".
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