20 Aprile 2020
L’avvio della fase 2 è ormai prossimo, nonostante il parere contrario di qualche esperto. Il governo sta valutando nel dettaglio le regole che dovranno essere seguite per garantire una ripartenza sicura. Oltre al distanziamento sociale e all’obbligo di utilizzo della mascherina, per evitare il diffondersi dei contagi ed una seconda ondata, il governo ha deciso di affidarsi alla app Immuni. Per essere utile dovrebbe essere scaricata almeno dal 60% della popolazione, altrimenti non sarà possibile tracciare i contatti dei contagiati. Si tratta di un’app da utilizzare su base volontaria, tuttavia sembra che siano previste limitazioni negli spostamenti per chi deciderà di non scaricarla. Questo per incentivare il download.
“Il tema è delicato, perché incrocia la tutela della privacy e l’efficacia dei controlli decisivi per la fase 2” scrive il Corriere della Sera parlando della app. Se “Immuni” non sarà scaricata almeno dal 60% della popolazione “i contatti mappati, nel rispetto della privacy delle singole persone viste che tutte le informazioni sarebbero anonimizzate, non sarebbero sufficienti a tenere sotto controllo la situazione. Per questo serve un incentivo che spinga il maggior numero possibile di italiani a scaricare la app sul proprio telefonino – prosegue il Corriere della sera - che potrebbe prendere la forma di un braccialetto per le persone anziane, poco abituate agli smartphone ma più esposte a rischi del Covid 19”.
Chi non scarica la app potrebbe essere soggetto a limitazioni negli spostamenti. La proposta non è ancora definitiva, ma è in fase di elaborazione. La decisione spetta al governo e sarà presa con la commissione tecnico-scientifica, d’accordo con il commissario straordinario Domenico Arcuri e con la task force guidata da Vittorio Colao.
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