Cristian Chivu nuovo allenatore dell’Inter: tattica, mercato e incognite alla vigilia del Mondiale per Club
Cristian Chivu è il nuovo tecnico dell’Inter: eredità pesante da Inzaghi, mercato attivo e tante incognite in vista del Mondiale per Club
Cristian Chivu nuovo allenatore dell’Inter: idee chiare, futuro incerto
La scelta dell’Inter di affidare la panchina a Cristian Chivu, dopo il rifiuto di Fàbregas, è il classico salto nel vuoto con paracadute. Il nuovo tecnico arriva con una solida conoscenza dell’ambiente nerazzurro e qualche buon risultato nelle giovanili, ma quasi nessuna esperienza nel calcio che conta. Eppure, per Marotta, Ausilio e Baccin, è la figura giusta per dare continuità al ciclo vincente di Simone Inzaghi, concluso con sei trofei e due finali di Champions League.
L’esordio ufficiale di Chivu avverrà tra pochi giorni, nel Mondiale per Club, evento che riduce drasticamente il tempo per eventuali rivoluzioni. L’ex difensore, che ha appena lasciato il Parma dopo una breve ma intensa esperienza salvezza, eredita una rosa esperta, oliata e reduce da un ciclo logorato più dalla biologia che dal gioco.
Cristian Chivu non ha dogmi
Il Chivu allenatore, già emerso nel vivaio interista e confermato a Parma, non ha un’identità tattica rigida. Predilige un 4-3-3 fluido, ma ha mostrato intelligenza nel trasformarlo in un 3-4-2-1 o un 4-2-3-1 a seconda del contesto. Ha lavorato su transizioni rapide, alternanza di baricentro e gestione del possesso senza integralismi.
All’Inter dovrà però partire dal 3-5-2. Il modulo, cucito addosso alla rosa da Inzaghi, è ormai parte del DNA nerazzurro. Cambiare subito sarebbe rischioso e probabilmente inutile, almeno in questa prima fase. L’obiettivo sarà introdurre principi nuovi senza snaturare quelli consolidati: pressing intelligente, rotazioni sulle fasce, controllo del ritmo.
Il mercato dell'Inter
La direzione tecnica è chiara: abbassare l’età media senza smantellare. Sono già arrivati Luis Henrique, esterno verticale che ridisegna le gerarchie sulla fascia destra, e Petar Sučić, mezzala moderna pensata come erede di Mkhitaryan.
Molto ruoterà attorno alla valorizzazione di Frattesi, fin qui incompiuto. Se Chivu riuscirà a dargli un contesto su misura, il centrocampista potrebbe diventare centrale nel nuovo ciclo. Altrimenti, rischia di restare un lussuoso panchinaro.
La priorità resta comunque l’attacco. Con Lautaro e Thuram titolarissimi, servono due ricambi veri. Jonathan David, svincolato ma esoso, e Ange-Yoan Bonny, profilo giovane e low cost, sono tra i nomi sul taccuino. Piace anche Højlund, possibile operazione in prestito con riscatto dal Manchester United.
Porta e difesa: transizione programmata
In porta è già iniziato il passaggio di testimone: Josep Martínez guadagnerà minuti dietro Sommer, ancora intoccabile ma con una stagione da gestire.
La difesa è il reparto più esposto al ricambio: Acerbi e De Vrij sono a fine corsa, Bisseck è pronto alla Premier, Carlos Augusto e Pavard sono i punti fermi. Si guarda a Beukema, Lucumì e Giovanni Leoni, centrale classe 2005 già valorizzato da Chivu a Parma.
Il diktat di Oaktree: puntare sui giovani
Dietro ogni scelta, c’è una linea chiara dettata dalla proprietà americana: valorizzare i giovani. Non è un caso che tra i convocati per il Mondiale per Club ci siano Francesco Pio Esposito, Valentín Carboni e Tomas Palacios. Almeno due resteranno stabilmente in rosa.
Chivu li conosce bene, li ha lanciati, e sa come gestirli. Ma dovrà dimostrare di poterli inserire in un contesto ad alta pressione, dove ogni partita pesa come una finale. La sfida è tutta qui: traghettare l’Inter nel futuro senza smarrire il presente.