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Juventus, dimissioni di tutto il CdA dopo inchiesta plusvalenze. Via anche il presidente Andrea Agnelli

Ciascuno dei tre amministratori titolari di deleghe (Agnelli, il vicepresidente Pavel Nedved e l'ad Maurizio Arrivabene) "ha ritenuto opportuno rimettere al Consiglio le deleghe agli stessi conferite". Maurizio Scanavino nuovo direttore generale della Juve

28 Novembre 2022

Juventus, dimissioni di tutto il CdA dopo inchiesta plusvalenze. Via anche il presidente Andrea Agnelli

Terremoto in casa Juventus, tutto il Consiglio di amministrazione ha presentato le proprie dimissioni. Lascia anche Andrea Agnelli. La notizia è arrivata nella serata di lunedì 28 novembre 2022, dopo una riunione del Cda che, "acquisiti nuovi pareri legali e contabili degli esperti indipendenti incaricati ai fini della valutazione delle criticità evidenziate da Consob sui bilanci della società al 30 giugno 2021, ha nuovamente esaminato le contestazioni della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, le carenze e criticità rilevate dalla Consob e i rilievi sollevati da Deloitte & Touche, società di revisione di Juventus". Il nuovo direttore generale è Maurizio Scanavino, già amministratore delegato Gedi.

Scanavino, a quanto si apprende, non lascerà per il momento il suo incarico nel gruppo editoriale. Potrebbe fare da "traghettatore" fino all'arrivo di una nuova guida, la quale non verrà decisa prima del nuovo anno. Esiste però anche l'ipotesi che possa diventare effettivamente lui il nuovo amministratore delegato in data 18 gennaio, quando si formerà il nuovo CdA, accelerando il processo di vendita del Gruppo Gedi, in quanto, come anticipato da Il Giornale d'Italia, è in corso una trattativa con Danilo Iervolino per l'acquisto di Repubblica, ma l'acquisto potrebbe estendersi a tutto il perimetro del Gruppo. Tale ipotesi di vendita potrebbe perfezionarsi proprio all'inizio del nuovo anno.

Juventus, dimissioni di tutto il CdA dopo inchiesta plusvalenze

Il riferimento è all'inchiesta scattata un anno fa, con una serie di perquisizioni relativi ai bilanci societari approvati negli anni dal 2019 al 2021, "con riferimento sia alle compravendite di diritti alle prestazioni sportive dei giocatori, sia alla regolare formazione dei bilanci", facevano sapere all'epoca gli inquirenti, con la Juve nel mirino per le ipotesi di reato di false comunicazioni delle società quotate ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Ma non è finita. Sotto la lente d'ingrandimento della Procura c'è stata anche la cosiddetta "manovra stipendi" relativa alla prima ondata del Covid nel 2020, con le quattro mensilità a cui i calciatori avevano rinunciato generando un risparmio da 90 milioni di euro. A questo proposito, il Cda - si legge nella nota odierna - "ha rilevato che si tratta di profili complessi relativi ad elementi di valutazione suscettibili di differenti interpretazioni circa il trattamento contabile applicabile e ha attentamente considerato i possibili trattamenti alternativi".

"All'esito di tali complessive analisi e valutazioni", continua la nota, "sebbene il trattamento contabile adottato rientri tra quelli consentiti dagli applicabili principi contabili, la società, per un approccio maggiormente prudenziale, ha anzitutto ritenuto di rivedere al rialzo la stima di probabilità di avveramento delle condizioni di permanenza in rosa per quei calciatori che nel biennio 2019/20-2020/21 hanno rinunciato a parte dei compensi e con cui sono state successivamente concluse integrazioni salariali o 'loyalty bonus' (rispettivamente, a luglio/agosto 2020 per la prima c.d. 'manovra stipendi' e a settembre 2021 per la seconda c.d. 'manovra stipendi'".

E ancora: "Tali revisioni di stime e di assunzioni comportano pertanto rettifiche delle stime di oneri di competenza a fine giugno 2020, fine giugno 2021 e fine giugno 2022" anche se, precisa la società, "gli effetti di tali rettifiche sono sostanzialmente nulli sui flussi di cassa e sull'indebitamento finanziario netto, sia degli esercizi pregressi che di quello appena concluso e futuri, e non sono material sul patrimonio netto al 30 giugno 2022. Gli effetti contabili di quanto sopra illustrato, saranno riflessi in un nuovo progetto di bilancio di esercizio e in un nuovo bilancio consolidato al 30 giugno 2022 che saranno esaminati e approvati in una prossima riunione consiliare, resi noti al mercato ai sensi di legge e sottoposti all'Assemblea degli Azionisti già convocata per il 27 dicembre 2022". Alla luce di tutto questo, "al fine di rafforzare il management della società, il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di conferire l'incarico di direttore generale a Maurizio Scanavino".

Inoltre, i membri del Cda, "considerata la centralità e rilevanza delle questioni legali e tecnico-contabili pendenti, hanno ritenuto conforme al miglior interesse sociale raccomandare che Juventus si doti di un nuovo Consiglio di Amministrazione che affronti questi temi". Da qui, su proposta dello stesso Agnelli, "tutti i componenti del Consiglio di Amministrazione presenti alla riunione hanno dichiarato di rinunciare all'incarico". Ciascuno dei tre amministratori titolari di deleghe (Agnelli, il vicepresidente Pavel Nedved e l'ad Maurizio Arrivabene) "ha ritenuto opportuno rimettere al Consiglio le deleghe agli stessi conferite. Il Consiglio ha, tuttavia, richiesto a Maurizio Arrivabene di mantenere la carica di amministratore delegato". Il Consiglio proseguirà la propria attività in regime di prorogatio sin o all'assemblea dei soci che è stata convocata per il 18 gennaio 2023 per la nomina del nuovo Cda.

Infine, la società ha fatto sapere che "continuerà a collaborare e cooperare con le autorità di vigilanza e di settore, impregiudicata la tutela dei propri diritti in relazione alle contestazioni mosse contro i bilanci e i comunicati della Società dalla Consob e dalla Procura". La società bianconera ha poi in tarda serata diffuso un altro comunicato dove di fatto ripercorre le tappe seguite alle "carenze e criticità rilevate dalla Consob in ordine alla correttezza contabile del bilancio d'esercizio al 30 giugno 2021". Fra queste "talune c.d. operazioni 'incrociate' di cessione dei diritti alle prestazioni sportive di un calciatore a una controparte e contestuale acquisizione, dalla medesima controparte, dei diritti alle prestazioni sportive di uno o più calciatori, realizzate dalla società nel corso degli esercizi chiusi al 30 giugno 2020 e 2021 e, nello specifico, 6 operazioni poste in essere nell'esercizio chiuso al 30 giugno 2020 e 4 operazioni poste in essere nell'esercizio chiuso al 30 giugno 2021, per le quali la società non avrebbe fornito alla Consob una adeguata evidenza della ragionevolezza dei fair value concordati tra le parti".

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