Arrestato Massimo Ferrero, per il presidente della Sampdoria accusa di bancarotta

Il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero è stato arrestato dalla Guardia di Finanza con l'accusa di bancarotta e reati societari

Il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero è stato arrestato quest'oggi dalla Guardia di Finanza con l'accusa di bancarotta e reato societari. Ferrero è stato tradotto dagli agenti nel carcere milanese di San Vittore, mentre per altre cinque persone coinvolte nella medesima inchiesta sono stati disposti gli arresti domiciliari. Stando a quanto appreso al momento, la società genovese non sarebbe implicata nelle indagini. L'arresto del presidente doriano arriva a pochi giorni dalle indiscrezioni del quotidiano La Repubblica, che aveva parlato di un possibile nuovo processo per bancarotta fraudolenta.

Bancarotta, perché è stato arrestato Ferrero

Nel condurre l'inchiesta i pubblici ministeri della Procura di Paola avevano vagliato l'ipotesi che il patron della Samp avesse messo in piedi un sistema volto a evadere i propri impegni con il fisco. Nei primi minuti successivi all'arresto si credeva che il nodo centrale delle indagini fosse la cessione del centrocampista Pedro Obiang, passato dalla Sampdoria al West Ham per 6,5 milioni di euro nel 2015. Soldi che si pensava fossero stati utilizzati per attività che non centravano nulla con quelle della società calcistica, come l'ingaggio dell'azienda cinematografica Vici Srl amministrata dalla figlia del presidente, Vanessa Ferrero.

In seguito però è stato lo stesso avvocato di Ferrero, Giuseppina Tenga, a spiegare che per quanto riguarda l'arresto del presidente "non ci sono legami con la vicenda Obiang". L'incarcerazione del 70enne patron sarebbe dovuta invece al fallimento di alcune società con sede in Calabria. Anche la figlia Vanessa è infatti stata accusata del reato di bancarotta fraudolenta, così come il nipote Giorgio Ferrero.

Indagati anche la figlia e il nipote del presidente

Un'accusa che si basa sull'analisi degli accordi fallimentari di altre società facenti capo a Ferrero. Il tutto è spiegato all'interno degli atti dell'indagine, nei quali si specifica come gli accusati "in concorso tra loro distraevano 1 milione e 350mila euro dalla società Eleven Finance srl, nella quale sono state fuse per incorporazione la Vici srl, la Cgcs, la Mediaport Cinema Sr". Grosse somme di denaro sarebbero dunque finite nelle mani di Massimo Ferrero, sotto forma di "conciliazioni lavorative ideologicamente false e prive di fondamento". Al momento sono in corso perquisizioni in diverse regioni, tra cui Lazio, Campania, Basilicata e Calabria.