05 Ottobre 2025
Ph. Alessandra Basile
Prima Facie, ossia "a prima impressione", è un successo tutto in inglese, scritto dall'australiana Suzie Miller e messo in scena, per la prima volta nel nostro paese, a Roma, fra il primo e il cinque di ottobre, mese corrente.
La regia è di Daniele Finzi Pasca, l'interpretazione della moglie, Melissa Vettore, attrice sola sul palco della Sala Umberto per il monologo tratto dall'omonimo romanzo della Miller.
Suzie Miller, in centro, con all'attrice interprete di Prima Facia, Melissa Vettore, e alla traduttrice, sulla
TRAMA
Ha solo trent’anni Tessa Ensler ed è già un avvocato penalista di successo, specializzato nella difesa di persone accusate di violenza. Improvvisamente, un evento sconvolgente cambia la vita e la visione della donna, portandola ad una profonda riflessione sul concetto di giustizia, soprattutto di quella in un'aula di tribunale, mettendo in luce le falle di un sistema giudiziario spesso contraddittorio.
"Prima Facie" ha generato ovunque dibattiti sulla necessità di un sistema giudiziario più attento alle esigenze delle vittime di reati sessuali. Lo spettacolo incoraggia le donne a condividere le proprie esperienze e contribuisce alla formazione di un movimento di sostegno, coinvolgendo tutta la società a riflettere su nuove prospettive in ambito giuridico.
"Prima Facie" ha debuttato a Sydney nel 2019. Nell’aprile del 2022 è andato in scena a Londra, vincendo due Laurence Olivier Award for Best New Play e, successivamente, ha debuttato a Broadway.
Tradotto in 20 lingue e messo in scena in 37 paesi, lo spettacolo è diventato un fenomeno globale.
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Ph. Alessandra Basile
ANALISI & RECENSIONE
Il quesito principale di "Prima Facie" è di estrema delicatezza, raffinata intelligenza, attualità devastante e importanza inevitabile: la legge davvero fa rima con giustizia ed è il mezzo che difende le vittime e punisce i colpevoli scovati?
In un contesto di differenze di classe, diffusa ambizione al potere, buon sesso fra colleghi, proprio negli uffici che li divorano, come ore di lavoro e stress, perché gestiscano casi complessi nell'area del diritto penale, la protagonista, Tessa, vola sulle ali dell'idealismo per poi, a causa del fatto gravissimo che le accade, cadere drasticamente nella più bieca disillusione: la legge è uguale per tutti? Forse no e forse non protegge il più debole.
Il romanzo e così la pièce indagano su una nauseante ingiustizia insita proprio in quei sistemi di tutela che fanno parte della società e ci illudono di agire sempre secondo integrità, onestà, moralità, rettitudine, insomma equità. La battuta fra le ultime della protagonista la dice lunga in tema: non dovrebbero essere interrogate le vittime (bensì i colpevoli), perché il piano su cui si agisce in un caso di violenza sulla persona come lo stupro non è quello corretto. La vittima deve sentirsi protetta e non essere spinta a fidarsi per poi cascare nel tranello dell'agognata gentilezza di un pm che finisce per braccarla dalla morsa dell'arringa.
Interessante e da plauso è l'enorme lavoro sul palco, un lavoro al dettaglio, dell'unica interprete, la brasiliana Melissa, ostacolata dalla lingua d'origine, che, ahimè, non può nascondere fin dalla primissima battuta, anzi parola. Su questo, ci sarebbe da chiedersi il perché di un'ora e quarantacinque di acting in italiano e, dunque, di una tale difficile e particolare scelta artistica?
Notevole la collaborazione artistica fra i due coniugi, invidiabili per avere unito talento e passione con un reciproco sentimento d'amore e un unico progetti di vita: la regia si può percepire in ogni istante del monologo e in ogni moto scenico, che sia il vestirsi e lo svestirsi della protagonista o l'opera dell'uomo mascherato che attiva, dove serve, la scenografia.
A proposito della scenografia, è sempre mutevole, quasi una compagna di scena per Melissa/Tessa; forse un pò troppo al suo fianco, forse poco fiduciosa di lasciare all'attrice di condurre, sul e dal palco, storia e pubblico. Infatti, le meravigliose scelte registiche sui props o, comunque, di tipo scenografico alcune volte sono d'impatto, altre di sostegno alla trama, altre, tuttavia, quasi disturbanti, specie in un paio di momenti drammatici.
Il fatto narrato è difficile da digerire per il pubblico e il ritmo del recitato per il quale regista e attrice hanno optato è una scelta condivisibile, poiché sembra finalizzato: prima, a sottolineare la vivacità di Tessa, la sua passione per il proprio lavoro di avvocata penalista, nonché l'amore viscerale, forse un pò ingenuo, che ha per la legge, ciò che costituisce anche la sua forza; poi, a sdrammatizzare la tragicità del reato subito dalla giurista, costretta a rivedere il concetto di giustizia, la relativa applicazione del diritto penale e l'ordine dei valori e delle priorità per lei, come avvocata e, innanzitutto, come donna; non solo per sè, ma per tutto il genere femminile. Un ritmo, tuttavia, che, forse, avrebbe potuto essere stemperato per rendere alcune parti dell'opera; per esempio, con l'attrice ferma, nessun movimento, in una scena ferma, nessun spostamento, con le parole e le intenzioni di un testo potente e serio e di un messaggio, quello dell'autrice, fortissimo. E' solo solo un'osservazione costruttiva, non una critica.
Lo spettacolo teatrale è valido, da vedere e da consigliare, per l'impegno che si respira guardandolo, per la scelta non facile di metterlo in scena, per il tema, come detto, rilevante. Il successo della mise-en-scène di "Prima Facie" si comprende il giorno dopo, quando con la mente ci ripensi e ti fai pervadere dal senso di ingiustizia e di lotta, dalla trasformazione della criticità in forza, della debolezza di genere in resilienza femminile. Vale proprio la pena: andate a vederlo! Voto: 7+.
Melissa Vettore in "Prima Facie"; ph. Alessandra Basile
AUTRICE, REGISTA, ATTRICE
La traduzione italiana dello spettacolo "Prima Facie", prodotto dalla Compagnia Finzi Pasca, è a cura della traduttrice Margherita Mauro; il disegno luci è opera del regista, Daniele Finzi Pasca, mentre ai costumi, alla scenografia e alla musica troviamo, rispettivamente, Giovanna Buzzi, Matteo Verlicchi e Maria Bonzanigo; Roberto Vitalini (bashiba.com) è il videomaker.
SUZIE MILLER, l'autrice
La scrittrice di "Prima Facie", nata a Melbourne 62 anni fa, è drammaturga, librettista, sceneggiatrice, avvocata, è autrice di oltre 40 pièce; se, nel 2008, la sua fama iniziò a farsi strada con "Ragionevole Dubbio", che debuttò all'Edinburgh Festival Fringe, è stato proprio "Prima Facie" a essere la sua opera più conosciuta, messa in scena 3 anni dopo il debutto a Sidney, al londinese West End Theater, vincendo 2 Olivier Awards; poi, fu trasmesso in diretta nei cinema di tutto il Regno Unito sul National Theater LIve e, in seguito, del mondo.
DANIELE FINZI PASCA, il regista
Daniele Finzi Pasca, nato nel '64 a Lugano, è il co-fondatore della Compagnia Finzi Pasca. Regista, coreografo, designer luci e attore: si muove contemporaneamente in tre mondi, dalla regia teatrale alle arti della scena, fino alla clowneria. Tra i molti riconoscimenti (incluse 3 nomination a Broadway per "Rain" nel 2006), Daniele ha ricevuto il Montréal English Critics Circle Award (MECCA) nel 2009 per "Icaro", l’Anello Hans Reinhart nel 2012 -si tratta del maggiore riconoscimento teatrale in Svizzera - per il contributo di una vita alle arti sceniche ed il Best Director of Circus Performance Award nel 2016 (Russia) per "La Verità".
MELISSA VETTORE, l'interprete
Melissa Vettore, classe 72, è un'attrice brasiliana, che utilizza il portoghese, l'italiano, il francese, lo spagnolo e l'inglese per il suo lavoro; è parte della Compagnia Finzi Pasca, sede a Lugano, ed è (stata) in tournée in Svizzera, Italia, Francia, Messico, Russia, Polonia e in molti altri paesi. In Brasile, ha recitato in teatro, in televisione e per il cinema, diretta da alcuni noti registi. Si è distinta per la sua interpretazione di Camille Claudel nello spettacolo "Camille e Rodin", regia di Elias Andreato. Sposata con il regista Daniele Finzi Pasca, collabora con lui come creative producer.
Piazza della Rotonda; ph. Alessandra Basile
CONCLUSIONE, teatro e dopoteatro
“All I know is that somewhere. Some time. Somehow. Something has to change.”
Lo spettacolo teatrale resterà in scena al Teatro Sala Umberto fino a domenica 5 ottobre inclusa. Voto: 7+.
Ristorante DA RIENZO al Pantheon; ph. Alessandra Basile
CONSIGLI per mangiare bene dopo teatro
Dopo il teatro, in particolare walking distance dalla Sala Umberto, dove si può andare a mangiare? Dove si può mangiare bene, si intende, piatti espressi della cucina romana e non solo? Decisamente, al Ristorante Di Rienzo al Pantheon, in un contesto straordinario come quello della piazza della Rotonda, in un ambiente cozy come quello di un locale storico legato ai valori veri, ex-latteria fondata, nel 1952, dal capofamiglia Michele e da sua moglie, Adua.
La qualità dei prodotti offerti, oltre all’impegno e alla gentilezza impeccabili dei proprietari sempre presenti e ci chi lavora nel ristorante, è una garanzia per chi sceglie Da Rienzo, anche, a tarda ora: la cucina chiude a mezzanotte, mentre il locale resta aperto fino all'una e mezza del mattino. E quel dehors mozzafiato lascia incantati davanti alla piazza che accoglie e celebra il magnifico edificio della Roma antica, il Pantheon.
Pantheon; ph. Alessandra Basile
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