La vita privata di Remo Girone, dalla malattia alla moglie con la quale viveva a Monaco ai figli, ecco tutti i film dal successo ne la Piovra

L'attore è scomparso improvvisamente a 76 anni. Nel 1957, un critico scrisse: “Ricordatevi di questo ragazzo, diventerà un grande attore”

Remo Girone è stato un attore capace di imprimere profondità e inquietudine ai suoi personaggi, diventando un’icona della serialità italiana grazie al ruolo di Tano Cariddi nella serie La Piovra, che ha scolpito il suo nome nella memoria collettiva: scopriamo i suoi film più famosi e la sua vita privata, dalla moglie ai figli, dalla malattia alla causa morte.

La sua carriera, lunga oltre cinquant’anni, ha attraversato teatro, cinema e televisione. Dietro il suo sguardo magnetico e la voce pacata, si celava un attore colto, rigoroso, capace di dare forma al potere, alla fragilità e alla contraddizione.

Chi era Remo Girone

Remo Girone era nato il 1° dicembre 1948 ad Asmara, in Eitrea, da figli di emigrati italiani. Trascorse l’infanzia ad Asmara e fin da giovanissimo partecipò a spettacoli teatrali recitando poesie e brani drammatici con grande successo. In una recensione sul Giornale dell’Eritrea del 1957, un critico scrive: “Ricordatevi di questo ragazzo, diventerà un grande attore”.

Girone lasciò l’Eritrea a tredici anni e si trasferì a Roma per gli studi superiori. Dopo la maturità frequentò la Facoltà di Economia e Commercio senza mai concludere gli studi. Si iscrisse successivamente all’Accademia nazionale d’arte drammatica per diplomarsi in recitazione.

La vita privata di Remo Girone: dalla moglie ai figli

La moglie di Remo Girone è Victoria Zinny, attrice argentina naturalizzata italiana, nota per aver recitato in film degli anni ’60 e ’70. I due si sono conosciuti nel mondo del cinema e hanno avuto una lunga relazione sentimentale e professionale. La coppia ha vissuto per molti anni tra Roma e Monaco (dove l'attore è deceduto), condividendo la passione per il cinema e il teatro. Remo Girone e la moglie hanno scelto di non avere figli. Entrambi hanno sempre mantenuto una certa riservatezza sulla loro vita privata, preferendo concentrarsi sulla carriera e sulla dimensione artistica del loro rapporto.

La carriera e i film più famosi

Oltre ad aver recitato in teatro e al cinema, Remo è diventato popolarissimo grazie alle serie tv. Lavorò con Enrico D’Amato per Romeo e Giulietta di William Shakespeare, con Luca Ronconi per Mirra di Vittorio Alfieri e Orazio Costa per Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller.

L’esordio sul grande schermo è con l’ungherese Miklós Jancsó in Roma rivuole Cesare del 1972. Segue L’anticristo (1974) di Alberto De Martino. Il primo ruolo da protagonista gli è offerto da Marco Bellocchio per Il gabbiano del 1977 di Cechov.

Seguono poi Corleone (1978) e Giocare d’azzardo (1982) rispettivamente di Pasquale Squitieri e Cinzia TH Torrini. Divenne molto popolare grazie all'interpretazione di Tano Cariddi nella fiction La Piovra.

La malattia di Remo Girone e la causa morte

La notizia della morte improvvisa di Remo Girone, avvenuta il 3 ottobre 2025, è giunta come un fulmine a ciel sereno. Secondo alcune indiscrezioni, l'attore non avrebbe avuto un malore improvviso, ma un "turbo - cancro molto aggressivo, diagnosticato diversi mesi prima della scomparsa", come riporta Tag24. L’attore avrebbe affrontato la malattia con grande dignità e riservatezza, circondato dall’affetto della famiglia e degli amici più stretti. Si sarebbe ritirato dalla scena pubblica a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute, preferendo vivere gli ultimi mesi nella tranquillità della sua casa. Quando si è diffusa la notizia della morte improvvisa, in tanti hanno ricordato i diversi studi sul vaccino Covid dai quali emergerebbe un aumento dei casi di malori o decessi improvvisi dovuti a patologie cardiovascolari gravi e un aumento dei casi di turbo-cancro, evidenziando una possibile correlazione. 

Il tumore scoperto durante La Piovra

Remo Girone aveva parlato in passato dei suoi esordi e del ruolo di Tano Cariddi ne La Piovra. Proprio mentre interpretava questo personaggio, scoprì di avere un tumore. "Lavorare e combattere con la malattia non è stato facile. Dopo essermi operato, dovevo fare della chemioterapia e i produttori della fiction volevano interrompere il contratto, sostituendomi con un altro personaggio simile", ha raccontato. Ma lui non voleva: "Andai a reclamare, accompagnato dal mio avvocato, ma poi fu mia moglie (Victoria Zinny, ndr.) a sfornare una brillante idea. Siccome stavamo girando la nona serie, propose al regista di farmela chiudere in anticipo con una bellissima scena e di riprendermi nel cast per la decima serie, dopo aver terminato le mie cure. Così è stato: il tumore guarito e Tano Cariddi di nuovo in pista. Aggiungo che, in un altro momento del mio percorso, sono pure caduto in depressione".

Remo Girone e la depressione

L'attore aveva raccontato di essere caduto in depressione: "Ero stato scelto da Luca Ronconi per fare un suo spettacolo. Avevo già lavorato con lui, ma mi resi conto che non ero adatto al ruolo che mi proponeva, non ce la facevo e il regista mi sostituì. Mi crollò il mondo addosso, pensavo di aver sbagliato tutto nella mia vita". Anche in questo caso lo salvò la moglie, Victoria Zinny. "Per curarmi, ho fatto psicoanalisi per anni - raccontò Girone -, mi sono imbottito di psicofarmaci, la depressione andava e veniva, finché mi capita di interpretare un personaggio nel tv-movie “La brace dei Biassoli”, tratto dal romanzo omonimo e autobiografico dello psichiatra e scrittore Mario Tobino. Victoria colse al balzo l’occasione, gli telefonò e prese un appuntamento per me, ho trascorso un pomeriggio intero con lui, parlammo a lungo e alla fine della sua analisi sentenziò: smettila di prendere psicofarmaci così pesanti, ti distruggono la personalità e non andare più dall’analista... puoi farcela da solo. E aveva ragione, così è stato".