22 Agosto 2022
Sono passati 60 anni dalla morte di Marilyn Monroe, stroncata da un'overdose di farmaci, a sole 36 primavere, il 5 agosto 1962. L’improvvisa scomparsa della diva tanto amata da Hollywood sollevò una moltitudine di dubbi e, ancora oggi, il mistero continua. Icona senza tempo e sex symbol universale, Norma Jeane divenne Marilyn dopo che un produttore disse che le ricordava Marilyn Miller, la stella del musical di Broadway di Ziegfeld Follies. Per celebrarne il mito sbarca al Festival del Cinema di Venezia la pellicola più attesa dell’autunno, ‘Blondie’, il biopic romanzato sulla vita dell’artista dall’omonimo bestseller di Joyce Carol Oates. E in riva alla Laguna giungeranno i protagonisti del lungometraggio, pronti a un bagno di folla e alla risposta della critica di esperti e addetti ai lavori. Diretto dal neozelandese Andrew Dominik, il film Netflix Original (disponibile sulla piattaforma dal 28 settembre) è interpretato da Ana de Armas, la bellissima attrice cubana che abbraccia il tragico destino della platinata star, alternandosi tra colori scintillanti e uno splendido bianconero. E la sociologia rimette sotto accusa i soliti luoghi (comuni) d'America e i vizi sociali, che sono (ancora) quelli di Hollywood Babilonia, l'assassino collettivo che una volta si chiamava "star system", qui con l'aggiunta di orfanatrofi-prigioni, padri adottivi, l'alcol come vulcano di improperi, gli ospedali per matti, le camicie di forza, gli psicofarmaci e i medici che la curarono, l'ultimo dei quali, Ralph Greenson, risulta il sospettato numero uno dei colpevoli.
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