06 Novembre 2025
Coldiretti contro la Peste Suina
Peste Suina, Coldiretti in piazza a Lucca per chiedere interventi urgenti
500 agricoltori ed allevatori in piazza a Lucca per chiedere un cambio di passo sull’emergenza peste suina veicolata dai cinghiali selvatici che scorrazzano fuori controllo nei nostri boschi ed hanno ormai colonizzato anche gli ambienti urbani. Armati di cartelli, fischietti e bandiere gli agricoltori ed allevatori suinicoli di Coldiretti arrivati da tutta la Toscana si sono dati appuntamento in Piazza del Giglio a Lucca, di fronte alla Prefettura, per manifestare tutta la loro preoccupazione e delusione di fronte agli scarsi risultati delle misure di contenimento che avrebbero dovuto prendere di petto il letale virus evitando che si propagasse dall’alta Lunigiana dove era stato rilevato un anno e mezzo fa al resto della regione, non sta funzionando. A guidare la protesta la presidente regionale di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani accanto ai presidenti di Lucca e Massa Carrara, Andrea Elmi e Francesca Ferrari. A fianco degli agricoltori tanti sindaci e sindaci dei comuni di Lucca, Piazza al Serchio, San Romano in Garfagnana, Villa Collemandina, Castelnuovo Garfagnana, Careggine, Capannori, Massarosa, Camaiore, Massa, Montignoso, Fivizzano, Licciana Nardi, Filattiera, Casola in Lunigiana, Tresana, Fosdinovo), i consiglieri regionali Mario Puppa, Marco Guidi, Vittorio Fantozzi e Vittorio Salotti, il presidente della provincia di Lucca, Marcello Pierucci, il presidente dell’Unione dei Comuni della Garfagnana, Raffaella Mariani e dell’Unione dei Comuni della Lunigiana, Annalisa Folloni. Troppo deboli le difese schierate, troppo pochi gli abbattimenti rispetto al numero esorbitante di cinghiali in circolazione nei boschi che diffondono il virus, troppi i ritardi per l’installazione delle gabbie di cattura e delle attività di sorveglianza nonostante le Ordinanze specifiche per la Toscana del Commissario Straordinario denuncia Coldiretti Toscana. Sono i numeri a dare la dimensione del fallimento. 43 i comuni già finiti nella rete delle restrizioni previste dal protocollo di sicurezza del piano nazionale, 88 i cinghiali morti risultati infetti, 4 nella zona di Piazza al Serchio nelle ultime settimane. Tre le province coinvolte: Massa Carrara, Lucca e Pistoia. Un quadro che dipinge un avanzamento pericoloso e rapido del contagio. “La peste suina deve essere fermata prima che sia troppo tardi. – spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana –I cinghiali sono una calamità nella calamità: oltre a devastare i nostri raccolti e ad essere un pericolo per la sicurezza stradale e pubblica, sono i portatori di questo virus. Il fatto che il virus non sia trasmissibile all’uomo, ed uccida solo i suini, non significa che debba essere trascurato. Tutt’altro. All’origine di tutto c’è una sottovalutazione dei pericoli e dell’impatto dell’epidemia che espone a conseguenze pesantissime 4 mila allevamenti suinicoli e 130 mila capi in tutta la nostra regione insieme a filiere di eccellenza come la Cinta Senese ed il Prosciutto Toscano che valgono 50 milioni di euro. Ma a rischio ci sono anche migliaia di imprese agrituristiche che vivono di escursioni ed attività all’aria aperta che le restrizioni limitano e scoraggiano producendo un danno alle comunità rurali. Chiediamo un cambio di passo determinato e deciso nell’applicazione delle misure di depopolamento dei cinghiali previste dal piano commissariale insieme ad una presa di responsabilità da parte di tutti i soggetti istituzionali: Regione Toscana, Province ed ambiti territoriali di caccia. Girarsi dall’altra parte significa voltare le spalle alla Toscana”. Il diffondersi a tempi record del virus, capaci di percorrere in pochi mesi oltre cento chilometri, sta mettendo in allarme tutta la filiera della trasformazione e del commercio delle carni suine. Le conseguenze per le attività agricole in zona di restrizione, la cui sopravvivenza dipendono proprio dalla filiera suinicola, riguardano il rischio di affrontare perdite economiche nel caso di contrazione del virus negli allevamenti per le conseguenti richieste di abbattimento di tutti i capi, costi aggiuntivi per le misure di biosicurezza rafforzata richieste nelle stalle, limitazioni alla libera movimentazione dei capi e l'obbligo di comunicare tempestivamente alle autorità dati e informazioni legati alle mortalità dei capi. “E’ per questa ragione che qui, stamani, ci sono anche gli allevatori ed agricoltori di tutta la regione, e non solo delle aree già coinvolte. – ha spiegato la presidente di Coldiretti Toscana – L’epidemia va fermata ora prima che sia troppo tardi, prima che colpisca il resto della regione, occorre fare tutto il necessario per attuare le misure previste di depopolamento dei cinghiali, vettori del virus; a rischio ci sono le nostre produzioni agricole ed una intera filiera suinicola toscana”. Istanze e timori che Coldiretti Toscana ha portato, al termine del presidio, all’attenzione del Prefetto di Lucca, Giuseppa Scaduto, nel corso di un incontro in cui sono state esposte le richieste di applicazione delle misure necessarie per arrestare la corsa della Peste Suina Africana. La protesta di Lucca potrebbe non essere l’ultima. Lo ha anticipato a chiare lettere alla platea di Piazza del Giglio, alla termine dell’incontro con il Prefetto di Lucca, la presidente regionale, Letizia Cesani che ha anche tracciato un cronoprogramma. Una mobilitazione quella di Lucca a cui hanno partecipato delegazioni di soci da tutta la toscana accompagnati dai presidenti provinciali Coldiretti a testimoniare una percezione del pericolo elevatissima anche in quei territori dove il contagio non è ancora arrivato. “Torneremo in piazza se entro un paio di settimane non vedremo il cambio di passo che abbiamo richiesto con un fattivo e chiaro impegno di tutte le istituzioni toscane. Il 12 parteciperemo all’incontro con il commissario straordinario Filippini in Garfagnana. La peste suina è una priorità: sarà il primo punto all’ordine del giorno sul tavolo dei nuovi assessori all’agroalimentare e alla sanità della Regione Toscana. – ha detto la presidente Cesani – Il Prefetto, che ringraziamo per l’attenzione, si è reso disponibile a convocare un incontro quanto prima non appena avrà raccolto i dati sullo stato dell’arte della gestione. Il tempo delle responsabilità arriverà, oggi è il tempo delle risposte. E questo tempo durerà un paio di settimane”.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia