10 Gennaio 2023
Fonte: Imago
La Commissione per l'energia del Parlamento europeo sta valutando la una stretta "green" per quanto riguarda le case, con nuova direttiva sull'efficienza energetica delle abitazioni: se confermata, molti proprietari saranno obbligati a ristrutturare per migliorare la classe energetica del proprio immobile.
Il taglio delle emissioni è un obiettivo in prima linea nell'agenda del Parlamento europeo. Dopo aver legiferato in materia di automobili, ora è il momento delle case. Il 24 gennaio la Commissione energia discuterà il provvedimento che riguarda il miglioramento della resa energetica degli immobili. Se passerà sì, la direttiva arriverà sul tavolo del Parlamento entro il 13 marzo. Il testo è ancora in via di definizione, ma se dovesse passare allo stato attuale molte case italiane dovranno essere ristrutturate.
L’ultimo compromesso prevede che entro il primo gennaio del 2030 tutti gli immobili residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica "E". Dopo altri tre anni, nel 2033, sarà necessario un altro scatto e arrivare alla classe "D". L'obiettivo finale è arrivare tra il 2040 e il 2050 alle emissioni zero.
Secondo gli ultimi dati Enea il 60% delle abitazioni residenziali italiane dovrebbero attuare la ristrutturazione perché si configurano come classe energetica "G" o"F", cioè le due più basse. Una volta che la direttiva sarà approvata e recepita nell’ordinamento, chiunque acquisterà un'abitazione che rientra in queste classi energetiche, sa che nel giro di poco tempo sarà costretto a doverla ristrutturare.
Va detto che l’ultima bozza di compromesso ha anche alleggerito le richieste iniziali. Nel 2021, quando si è iniziato a discutere la proposta, il primo passaggio doveva essere già ad una classe "D" e già entro il 2027. Si sono anche ammorbiditi sulle sanzioni: nel primo testo si imponeva il divieto di vendere o affittare una casa che non rispettasse la normativa. Ora, invece, si demanda ai singoli Stati membri la decisione delle sanzioni per chi non adempia l'obbligo.
La nuova direttiva europea porrebbe quindi dei nuovi parametri per l'efficienza energetica. Chi non adeguasse la propria abitazione ai nuovi standard, incorrerebbe in delle sanzioni. Oltre a ciò, ci sarebbero anche delle ripercussioni automatiche: gli immobili che non rispettano i requisiti perderebbero di valore.
Ciò potrebbe avere anche effetti anche sul sistema bancario. I mutui concessi per l’acquisto delle abitazioni hanno come garanzia l’immobile stesso. Ma cosa accade se il valore dell’immobile si riduce? È possibile che le autorità di vigilanza europee possano chiedere alle banche di adeguare le garanzie stesse.
Fra gli edifici esentati dalla direttiva ci sarebbero quelli di interesse storico ufficialmente riconosciuti, oltre che alle chiese e agli edifici di culto. L'Italia potrebbe trovarsi in difficoltà perché in molti centri storici le case non sono sottoposte a nessun vincolo ufficiale, ma rappresentano comunque edifici su cui difficilmente si può intervenire con coibentazioni o pannelli fotovoltaici.
Anche le "seconde case" in cui si abita per meno di 4 mesi l'anno sarebbero esentate.
Infine, non sarebbero sottoposte all'obbligo nemmeno le abitazioni con meno di 50 metri quadri.
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