Fentanyl, azienda Armr Sciences sperimenta nuovo vaccino contro "droga degli zombie" per "bloccare sostanza e prevenire morti da overdose"
Un nuovo siero pensato per chi ancora non fa uso di fentanyl ma potrebbe venirne in contatto: è quanto stanno sperimentando i ricercatori dell'Università di Houston con l'azienda Usa biotech Armr Sciences per "prevenire" le overdose
Un nuovo vaccino sperimentale pensato per contrastare l'"epidemia di fentanyl" evitando che chi faccia uso dell'oppioide sintetico muoia di overdose. È questa l'ultima trovata escogitata da un'azienda biotecnologica statunitense decisa a combattere gli effetti della cosiddetta "droga degli zombie" con un nuovo siero pensato in ottica "preventiva".
Fentanyl, azienda Armr Sciences sperimenta nuovo vaccino contro "droga degli zombie" per "bloccare sostanza e prevenire morti da overdose"
L'abuso massiccio di fentanyl da parte di moltissime persone negli Stati Uniti sta continuando a preoccupare la società americana, soprattutto in termini numerici. Secondo le stime infatti sono oltre 200 le persone che muoiono di overdose per l'assunzione dell'oppioide sintetico, sostanza insapore, inodore, invisibile nata come farmaco analgesico per il trattamento del dolore ma ben più potente rispetto alla morfina (100 volte più forte) e all'eroina (50 volte in più). Ora però una nuova biotech americana ha pensato bene di porre fine al problema non agendo alla radice - dunque disincentivando l'uso o la diffusione -, ma usando la scienza per realizzare un nuovo vaccino in vista di una probabile overdose.
L'azienda biotecnologica in questione è l'Armr Sciences, cofondata dall'imprenditore Collin Gage con l'obiettivo di sviluppare e sperimentare il primo vaccino anti-fentanyl. In verità, sul mercato esiste già il naloxone - noto anche come Narcan - che può contrastare le overdose causate da fentanyl e altri oppioidi, e che sembra in effetti aver ridotto del 24% le morti negli Usa nel 2024. La differenza qui però sta nei tempi di somministrazione: il siero dell'Armr Sciences verrebbe inoculato prima ancora che il paziente entri a contatto con la droga sintetica, agendo - spiega Gage - quasi da "giubbotto antiproiettile" o da "armatura". Obiettivo è dunque neutralizzare il fentanyl nel sangue prima che raggiunga il cervello: il siero dovrebbe stimolare la produzione di anticorpi capaci di riconoscere la sostanza estranea. Se dunque il paziente inoculato dovesse entrare a contatto col fentanyl, gli anticorpi si legherebbero alla sostanza impedendole di arrivare al cervello.
La stimolazione di anticorpi da parte del vaccino sarebbe agevolata dalla presenza di una molecola simile a quella del fentanyl e legata ad una proteina vettrice, tossina difterica inattiva. Dunque, l'oppioide non riuscirebbe più, una volta in circolo, a superare la barriera ematoencefalica perché le sue molecole, intercettate dagli anticorpi, diventerebbero troppo grandi. Passaggio finale: espulsione delle molecole di fentanyl neutralizzate attraverso le urine. Le sperimentazioni del vaccino, basate anche sul lavoro dell'Università di Houston, sono state puntualmente fatte su topi: l'esito è stato il blocco del 92-98% di fentanyl di arrivare al cervello. "Protezione" durata circa 20 settimane, ma Gage si dice ottimista: "negli esseri umani potrebbe arrivare a un anno".
Le sperimentazioni sugli esseri umani inizieranno nel 2026: un campione di circa 40 adulti sani del Centre for Human Drug Reasearch di Amsterdam. Vi saranno due passaggi sperimentali: i volontari si sottoporranno a due somministrazioni in dosi diverse, a cui seguirà la misurazione dei livelli di anticorpi nel sangue anche per capire il giusto dosaggio. Quindi, alcuni pazienti riceveranno dosi di fentanyl così da capire come reagirà l'organismo. Tuttavia, attorno a questo nuovo progetto scientifico ci sono ancora molte domande: anzitutto i costi - qualora venisse approvato -, e il modo in cui dovrebbe interfacciarsi con l'establishment del presidente Trump, giustamente cauteloso nei confronti dei vaccini. Quindi, la durata della protezione e inevitabilmente gli effetti collaterali di tale vaccino. Inoltre, non è escluso che gli effetti del siero possano essere "neutralizzati" da una più massiccia assunzione di droga. Senza considera che, secondo membri della National Harm Reduction Coalition, tale vaccino potrebbe addirittura bloccare gli effetti di altri oppioidi, come altri antidolorifici. Nonostante l'ottimismo degli scienziati, ancora una volta l'elaborazione di vaccini rappresenta la "soluzione" per cercare di porre fine ad una catena di morti causata da un oppioide realizzato illegalmente in laboratori clandestini.