Vaccini, ministero Salute: "Dose richiamo siero Covid offerta a donne in gravidanza", ma AAFP: "Sconsigliato vaccino per gatte in gestazione"
La contraddizione colpisce: perché negli animali si evita ogni rischio, mentre nell’uomo si promuove attivamente la somministrazione? È solo questione di differenze biologiche o c’è una sottovalutazione dei rischi reali per la gestazione umana?
Il Ministero della Salute ha diffuso le linee guida per la campagna vaccinale anti-Covid 2025/2026, confermando che “una dose di richiamo annuale sarà offerta attivamente alle donne in gravidanza, comprese le donne che stanno allattando”. Una decisione che si inserisce nel solco delle precedenti raccomandazioni del ministero, che più volte ha consigliato il vaccino Covid alle donne incinte.
Tuttavia un apparente paradosso emerge dal mondo veterinario. L’AAFP (American Association of Feline Practitioners), nelle sue linee guida aggiornate, dichiara: “Non è consigliabile vaccinare una gatta in gravidanza o in allattamento, a causa dei potenziali rischi per il feto o per i piccoli”.
La contraddizione colpisce: perché negli animali si evita ogni rischio, mentre nell’uomo si promuove attivamente la somministrazione? È solo questione di differenze biologiche o c’è una sottovalutazione dei rischi reali per la gestazione umana?
Vaccini, ministero Salute: "Dose richiamo siero Covid offerta a donne in gravidanza", ma AAFP: "Sconsigliato vaccino per gatte in gestazione"
Il confronto solleva interrogativi legittimi. Se per una gatta il principio di precauzione impone l’esclusione dal programma vaccinale in gravidanza — nonostante l’assenza di studi certi su effetti negativi —, nel caso umano si procede all’opposto, pur con dati ancora parziali e in evoluzione.
Il punto centrale è la mancanza di un approccio coerente e trasparente. La scienza deve basarsi su evidenze, ma anche su cautela, soprattutto quando si tratta di soggetti vulnerabili come feti e neonati. Il fatto che per un animale si scelga la massima prudenza, mentre per una donna incinta si parli di offerta “attiva”, alimenta dubbi, perplessità e un crescente bisogno di chiarezza.
Inoltre, sono molteplici gli studi che dimostrerebbero come il vaccino Covid possa avere effetti avversi gravi sulle donne in gravidanza.