Zanzara West-Nile, Giovanni Rezza al GdI: "Nessun allarmismo, meno dell'1% dei casi è grave e solo negli ultra 75enni"
In un'intervista rilasciata a Il Giornale d'Italia, il medico ed epidemiologo Giovanni Rezza ha dichiarato che ogni allarmismo è esagerato, vista la normalità e ormai località del virus
1) A cosa stiamo assistendo in questo momento in Italia per quanto riguarda il virus West-Nile? Molti medici gridano già all'emergenza, mentre i numeri dicono che i contagi sono tre in meno rispetto all'anno scorso, considerando lo stesso periodo di tempo.
Giovanni Rezza: "Il grosso dei casi di West-Nile inizia fra agosto e settembre, a ottobre cominciano a diminuire. Non abbiamo un aumento quest'anno, ma un'estensione sul territorio. Sono ormai decenni, dal 2009 se non sbaglio, che ogni estate abbiamo una ri-emergenza di casi di West-Nile, perché abbiamo l'arrivo degli uccelli migratori malati, che poi lo passano agli animali stanziali. La zanzara si infetta dall'uccello e poi punge l'uomo o il cavallo. Prima però, i casi erano tutti confinati in Veneto e in Emilia Romagna, nelle zone più caldo-umide. Poi si è allargato in Pianura Padana andando verso ovest, prima in qualche provincia della Lombardia, poi verso il Piemonte. Dopo ha fatto una comparsa nella Sardegna occidentale, dove c'è stato qualche caso. Dall'anno scorso, tende a far registrare dei casi in varie zone italiane. Si sono estesi come focolai, dove c'è circolazione virale. A Latina c'erano stati dei casi negli animali, nei cavalli, ma mai in umani. Quest'anno, ce ne sono 6 o 7. Ci sono stati anni con tantissimi casi, altri con meno casi, altri in cui sono aumentati di nuovo... È un po' imprevedibile. Io non credo neanche alla storia dei cambiamenti climatici, perché l'Italia è sempre stato un Paese tropicale part-time. D'estate fa caldo umido, più al Nord che al Sud. Rovigo, Treviso, Padova, Mantova, Modena... c'è una zona vasta con caldo umido. Anche in provincia di Latina ci sono queste condizioni, con tutti i campi e l'ex palude bonificata da Mussolini, una vecchia zona malaria. Non meraviglia neanche tanto che si instauri un ciclo di contagio fra animali infetti".
2) Le persone contagiate erano appena tornate da un viaggio in Egitto o in altre zone in il virus è molto diffuso?
"No, tutti i casi sono autoctoni, sono locali. In Italia c'è e circola il virus West-Nile, soprattutto in Veneto ed Emilia Romagna, ma anche in qualche zona di Lombardia e Piemonte. Lì c'è da anni. Non è una re-importazione questa. La re-importazione da parte degli uccelli che migrano dall'Africa è possibile, ma è molto probabile che gli uccelli italiani fossero stanziali e già infetti. Non c'entra nulla che le nostre città si stanno tropicalizzando, come dicono alcuni grandi esperti. Le epidemie urbane West-Nile ci sono già state anche all'estero: da New York poi si spostò verso est, ci fu a Bucharest,... Non è cambiato nulla, c'è solo stata un'estensione di focolai, probabilmente perché il virus ha iniziato a infettare specie stanziali."
3) All'uomo che effetti può produrre?
"Su 100 casi, una ventina possono dare sintomi lievi, una febbricola. L'80% dei casi è asintomatico, meno dell'1% presenta effetti gravi."
4) Quindi nessun allarmismo?
"Nessun allarmismo, anche perché non è niente di nuovo. Chiaramente, meglio avere un po' di cautela e precauzione nelle zone infette per le persone anziane. Quell'1% di casi gravi si concentra nella fascia d'età degli ultra 75enni."
5) L'anno scorso ci sono stati più di 400 casi di West-Nile, è normale?
"Ogni anno, in Italia, è normale avere qualche centinaio di casi di West-Nile, con pochissimi casi gravi con effetti neuro-degenerativi. Ovviamente più hai una sorveglianza che funziona, più si trovano casi. Una cosa buona è che questi casi nuovi sono stati trovati subito."