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Cloud seeding, ossido di grafene e biossido di silicio utilizzati per l’inseminazione delle nuvole, causano infiammazioni e fibrosi polmonare – lo STUDIO

Un brevetto statunitense descrive un composto nanotecnologico progettato per modificare il clima e aumentare le precipitazioni. Tra gli effetti collaterali la fibrosi polmonare

06 Gennaio 2022

Cloud seeding, ossido di grafene e biossido di silicio utilizzati per l’inseminazione delle nuvole, causano infiammazioni e fibrosi polmonare – lo STUDIO

Un brevetto recentemente depositato negli Stati Uniti (US 2022/0002159 A1) e redatto dalla  Khalifa University of Science and Technology di Abu Dhabi presenta un materiale composito, costituito da ossido di grafene ridotto (rGO) e biossido di silicio (SiO₂), sviluppato per favorire la nucleazione del ghiaccio nelle nuvole, un passaggio chiave nei programmi di cloud seeding. Si tratta di una tecnica impiegata per stimolare artificialmente la pioggia o la neve, utile soprattutto in contesti di siccità o scarsità idrica. Tante, però, le controindicazioni: infiammazioni, fibrosi polmonari e malattie autoimmuni.

Ossido di grafene e biossido di silicio utilizzati per l’inseminazione delle nuvole

Secondo quanto riportato nell’abstract del brevetto: “La presente invenzione riguarda una particella in grado di indurre la nucleazione del ghiaccio per applicazioni come il cloud seeding, capace di avviare il processo a una temperatura di -8 °C. Inoltre, il numero di particelle nucleanti aumenta in modo rapido e continuo con l’abbassarsi della temperatura. La particella è un composito nanostrutturato e poroso, formato da una struttura tridimensionale di ossido di grafene ridotto e nanoparticelle di biossido di silicio (PrGO-SN). Il brevetto fornisce anche un processo per la sintesi del materiale.”

Il composto descritto è in grado di avviare la formazione di cristalli di ghiaccio a temperature più elevate rispetto ai materiali tradizionali, rendendo l’operazione di inseminazione delle nuvole più efficiente e potenzialmente più duratura.

Il materiale brevettato combina due componenti:

  • rGO (ossido di grafene ridotto): una forma modificata di grafene caratterizzata da un’ampia superficie specifica e alta conducibilità.
  • SiO₂ (biossido di silicio): nanoparticelle note per la loro stabilità chimica e per la capacità di favorire la formazione di ghiaccio.

La funzione primaria di questo composito è quella di indurre la cristallizzazione dell’acqua super raffreddata presente nelle nuvole, agevolando così la precipitazione. Il materiale si attiva già a -8°C, una soglia superiore a quella richiesta da agenti tradizionali come ioduro d’argento o sali.

Modificazione climatica, gestione delle precipitazioni e controindicazioni

L’obiettivo principale è incrementare la pioggia o la neve in regioni colpite da aridità o siccità. Il materiale può essere disperso nell’atmosfera mediante aerei o sistemi da terra, con una resa teoricamente superiore rispetto agli agenti convenzionali.

Ma le cause sull’uomo sono potenzialmente devastanti:

  • Attivazione dei macrofagi: il sistema immunitario reagisce alle nanoparticelle.
  • Stress ossidativo: il grafene può generare radicali liberi dannosi.
  • Impatti respiratori: possibili infiammazioni e fibrosi polmonare.
  • Bioaccumulo: le particelle potrebbero persistere in organi vitali.
  • Penetrazione della barriera emato-encefalica: potenziali effetti neurologici.
  • Reazioni autoimmuni: rischio teorico di risposte croniche.

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