01 Marzo 2025
I fondi per i cacciatori di bufale, nel senso di inventarle, fabbricarle, non di stanarle, sono (forse, speriamo) finiti e i cosiddetti fact checker si radicano nell'unica cosa che sanno fare, attribuire ad altri le loro distorsioni. Devono, pena l'ammissione e lo sputtanamento, peraltro già in stato avanzato e ammesso dai vari sovvenzionatori a partire dallo Zuckerberg di Facebook che li ha (tardivamente, opportunisticamente) rimossi in fama di faziosi e bugiardi. Un impulso mentale comprensibile ma a questo punto patetico. Così, con foga degna di miglior causa, gli apprendisti di Open (tra gli altri) tornano, in modo curioso, sul caso dell'infermiera Tiffany Dover, una fra le prime a stramazzare priva di sensi immediatamente dopo la sommistrazione del vaccino Pfizer. Correva l'anno 2021 e i fact checker si affannavano a smentire l'impossibile, che col tempo sarebbe diventato sempre più impossibile: i vaccini provocano di tutto, dai malori alle morti “improvvise”, ora differite, ora immediate, ora ravvicinate come nel caso di Camilla Canepa, come ammesso da tutte le case fabbricanti. Non ha più senso star lì a contestarlo, è roba proprio da fact checker, ma non ne ha di più tornarci sopra: Open lo fa alla sua maniera strampalata per dimostrare che l'infermiera Tiffany non è morta (e che sua figlia è cresciuta, pezza d'appoggio come minimo surreale). No, non è morta, ma nessuno aveva seriamente sostenuto fosse morta, l'informazione reale, non quella dei fact checker aveva sviluppato subito i suoi anticorpi correggendo le voci: viceversa, in molti avevano rimarcato la coincidenza temporale tra vaccino e svenimento, all'epoca era qualcosa di sconvolgente perché inedito come inediti erano questi preparati tutti misteriosi e tutti sbagliati, velenosi. Nessuna persona seria potrebbe ragionevolmente contestare il nesso temporale e causale.
Invece che fanno questi fact checker decaduti, un po' da tutte le parti, ennesimo segno di una strategia comune? Riescono ancora oggi, 4 anni dopo, nell'impresa di insistere: nessuna concomitanza, la Tiffany era mancata “a causa di una condizione preesistente”. Che tuttavia non viene spiegata, così come l'intero contenuto in questione gronda fuffa. Insomma, non essendo morta il vaccino non l'ha fatta svenire. Può reggere così? No, ma va considerato che il fisico comunista Parisi ha appena dato i numeri a caso per difendere i vaccini secondo il seguente teorema: i vaccini non hanno mai fatto del male a nessuno, se mai erano le patologie pregresse, però le patologie pregresse non hanno mai ucciso nessuno, se mai era il Covid e tutti quanti morti col Covid ma in presenza di patologie pregresse sono morti di Covid. Ragionamento da Nobel! Ma subito il potere decaduto della sinistra grillopiddina in assonanza col frondismo di Forza Italia ha gridato alla dimostrazione definitiva, “ha parlato la scienza e ha parlato per sempre”. Come no, la scienza interscambiabile, un fisico che dà lezioni di sociologia e virologia. Come un calciatore che affronta criticamente la Nona sinfonia di Beethoven.
Quanto a dire che i tempi restano infami. Passano, si spera, i sovvenzionatori, gli Zuck, i Soros, i Gates, le Usaid, le Fema, le Havas della UE, resta l'attitudine. La comunicazione propaganistica sui vaccini va per fasi, si adegua alle contingenze: nell'immediato è tronfia, censoria, impedisce di parlare degli effetti avversi, esalta la salubrità dei sieri; quando emergono le caterve di morti e di lesionati si corregge, dice: i vaccini faranno pure male, ma hanno salvato l'umanità; ma presto torna alle antiche tracotanze, nessun effetto, nessuna causalità, e riprende la forca, la voglia di tortura verso chi non crede nell'idolo. Forse perché c'è adesso da spingere i vaccini autoreplicanti a mRNA che secondo l'oncologa Patrizia Gentilini sono una catastrofe ancora più immane e definitiva, sono la perennità del veleno dentro di noi, come la legge morale di Kant. Potevamo aspettarcelo e difatti eravamo in attesa di un aggiornamento genico, la strage infinita intrapresa 4 anni fa era solo un viatico per la distruzione perenne: vaccinare i sani in modo da renderli malati a vita, senza possibilità di uscirne, e costringerli a vaccinarsi a oltranza non per guarire ma per sopravvivere a tempo, in un inferno senza redenzione di nuovi cancri, nuove folgori, ulteriori autodistruzioni, dietro le quali c'è la via crucis indescrivibile dei continui ospedali, delle biopsie, delle operazioni, delle terapie devastanti, del progressivo disfacimento, della condanna a morire ogni giorno un po' di più in attesa del tracollo definitivo e se Dio vuole liberatorio. Tanto accade a noi che non ci salviamo, che da allora viviamo una non vita scandita dalle luci al neon delle sale operatorie, degli ambulatori, delle corsie. E le nostre notti sono bianche e i nostri giorni neri di sonno e disperazione. Tutto questo da una sola siringa, e ancora ci insultano per la nostra sofferenza, ci definiscono novax quando siamo stati vaccinati a forza, dietro ricatto, dietro inganno. Il regime cambia i suoi colori ma non la sua consistenza e non cambia la comunicazione che rivanga, che ancora sostiene l'insostenibile, che cerca di distorcere la realtà conclamata, che scantona e distrae. L'infermiera Tiffany non è morta ma rischiò di morire dopo una puntura di vaccino e non per condizioni pregresse ma per il vaccino, come scritto nelle indicazioni e questa è la questione. “Ah, ma tutti i vaccini lo fanno”. E allora a che scopo mentire, cercare scuse? Mancheremo di spirito cristiano, ma dopo i nostri anni di calvario non ci vergogniamo di augurare a chi ancora ci prende in giro la nostra stessa vita. Senza garanzia di salvezza.
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