22 Gennaio 2025
Così carino, così educato, così numero uno ma il figlio naturale di Rita Pavone non può cavarsela con la giaculatoria “va tutto bene” e poi “ho un problemino ma non parlo”. Che non parli è naturale e anche giusto dal suo punto di vista, che vada tutto bene in uno che in piena partita si mette a sbavare, a tremare come un epilettico, lo portano via, torna dopo mezz'ora e parte a martellare come un ossesso finché non spazza via il rivale, questo proprio no. C'è un limite anche alla dabbenaggine dei giornalisti e dei tifosi da bar, degli uomini della medicina, delle vecchie glorie che tirano via. Non stiamo parlando di doping, nessuno può essere tanto stupido o fanatico da pensare che uno serio e leale come Sinner, questa macchina da vittorie e da sponsor si faccia pescare alterato, men che meno che torni negli spogliatoi a bombarsi sotto gli occhi del mondo. No, stiamo parlando del problemino sul quale da oltre un anno svicola in lungolinea. Perché anche se va di moda celebrare solo i trionfi, il prodigio altoatesino per tutta la prima parte del 2024, se ricordate, non girava, non stava in piedi, pativa dimagramenti eccessivi, saltava competizioni e anche allora si minimizzava, si parlava di problemi non specificati e da non specificare. Ha detto l'avversario, Rune: “Non so cosa sia successo, so solo che prima tremava, pareva al collasso, quando è tornato era carico a pallettoni”. Questi saliscendi, questi crolli e picchi isterici sono normali? Sono problemini?
Nessuno si aspetta che Sinner racconti i fatti suoi e l'accusa di doping è palesemente pretestuosa, ma l'ottovolante della sua condizione è sotto gli occhi di tutti ed è normale desti perplessità. A maggior ragione se ci si stende sopra una coltre di nebbia padana che arriva al grottesco, come quel neurologo che ipotizzava un attacco di panico. Panico in uno che ha le emozioni di una macchina sparapalline? Non bastano le spiegazioni fantasilandia o esoteriche degli inviati: “Bianco come un cencio, è seduto con la testa nell’asciugamano e trema. Tremano le mani, la destra con cui si asciuga la guancia dal sudore e la sinistra con le dita allargate, per dare un baricentro allo sconquasso emotivo. Trema la borraccia quando se la porta alla bocca. Tremano i tifosi... [ma poi] “con un martellamento esanime ma efficace... è morto, è risorto, è ancora vivo”. Sinner come Gesù Cristo, con spreco di citazioni dei Promessi Sposi o di Shakespeare, tanto per divagare, per riempire ma altri vanno oltre, delirano di luce interiore, del “suono dei suoi colpi”, cose senza senso per evitare la questione. Fedeli alla consegna del tennista padreternol che se no ti giudica e manda a quel paese, ti nega le interviste: “Non parlo, non voglio parlare, non ho niente”.
Anche l'informazione non parla ovvero straparla, parla troppo per non dire, per non informare. C'è un sito scandalistico che per un mese è riuscito a tenere su la non notizia del figlio piccolo di due sa-il-cazzo-chi del Grande Fratello, ricoverato in ospedale: ogni giorno un pezzo per non dire cosa aveva, perché un bambino di pochi anni restasse ricoverato, e alla fine: “Il piccolo è tornato a casa ma non sappiamo per cosa”. Così si fa! Questi sono gli stessi spediti a intrufolarsi nei raduni patetici dei fascisti nostalgici per carpire chissà quali segreti, tagliuzzando e incollando secondo convenienza. Si capiva che il malore del piccolo aveva a che fare con questioni irriferibili, coi soliti tabù, ma nessuno va oltre e nessuno osa pronunciare la parola magica. Nei primi 20 giorni dell'anno si è saputo di almeno 22 morti improvvise, tra le quali quella del mio amico Paolo Benvegnù, cardiopatico ma pluridosato. Poi altri più o meno conosciuti, ieri il collega Luca Beatrice. Tutti infarti, colpi apoplettici o, come va di moda chiamarli, malori improvvisi. Altro che malori! Folgori che non ti lasciano neppure il tempo di capire, di quelle che il professore Giuseppe Barbaro, primario cardiologo al Policlinico Gemelli, non si stanca di denunciare come verosimilmente indotte dai vaccini, che stroncano le vene, che spaccano il cuore come un'anguria sotto una mazza. E l'incidenza è talmente dilagante che nessuno prova più a negarla, hanno scelto di fingersi cretini, di continuare a cascare dal pero. La Regione Toscana, allertata dai patologi e dalle maestrine delle scuole primarie, apre tanto di inchieste sui bambini che cascano o tremano come Sinner, il supercampione che gira con una élite medica di specialisti che lo monitorano costantemente ma ha “un problemino” di cui non parlare; i media di una simile epidemia di mancamenti infantili parlano con l'asetticità degli ebeti e omettono le alluvionali ammissioni della scienza e degli stessi fabbricatori di sieri. Anzi, i pediatri insistono con la vaccinazione precoce pur ammettendone i rischi seri e potenzialmente letali. Nel silenzio del ministero, del governo che sta alla finestra ossia è complice. Ha ragione Silvana De Mari: come mai non rispondono alla giustizia i diffusori di falsità, da Draghi ai virologi agli ordini professionali, e non di meno il capo dello Stato “che ha negato la libertà di rifiutare farmaci sperimentali con effetti collaterali spaventosi e impalpabile efficacia, in piena violazione di ogni logica oltre che dei trattati di Norimberga, Helsinki e Oviedo”? Ma siamo alla rimozione della logica: sì, queste pozioni non servivano, erano pericolose, sono pericolose ma bisogna assumerle lo stesso. Così, per atto di fede e di consumismo tossico, farmaceutico.
Ho perso amici che non mi hanno perdonato quanto sui vaccini Covid vado dicendo da anni, amici che mi hanno ripudiato. Certi rimproverandomi il protagonismo vittimistico, altri di essere un bugiardo o un fanatico, di altri ancora ho saputo che non volevano più parlarmi, si vergognavano di avermi conosciuto, di avere condiviso con me viaggi, spettacoli, ospitalità, intimità. Forse adesso c'è qualche rimorso o coda di paglia, perché i fatti a chi stanno dando ragione? Ma tacciono, ieri come domani. Sinner non è un dopato e non è uno che gioca sporco, anzi è l'ultimo a meritare simili bassi sospetti, ma anche lui è vincolato all'autocensura, mentre più sono esposti e più avrebbero il dovere morale di azzardare una ipotesi. Almeno questo! Ma tutti in privato dicono: poi non lavoro più. Davvero è così forte la mafia dell'informazione al servizio di quella farmaceutica al servizio della finanza totale? E se invece bastasse uno solo a uscir fuori per innescare l'effetto domino? No, la strage è conclamata, i morti quotidiani, il cordoglio “unanime”, lo soncerto perenne, fioccano commemorazioni e lacrime, ma tutti restano dannatamente pieni di paura e di viltà: “Lo so che è stato quello, ma non me la sento, non posso”. In autunno ebbi uno screzio con un attore che, sentitosi sminuito dalla mia rudezza di cronista, mi aveva cercato: dal confronto scaturì la sintonia tra ammalati e ci eravamo lasciati con la sua promessa: appena guarisco dalla leucemia, appena finisco le cure faccio come te, racconto tutto perché ho la certezza fisica e clinica che sono stati i vaccini. E ho anche le prove”. Sto ancora aspettando.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia