15 Ottobre 2024
Si festeggia il primo caso di influenza come fosse Natale: il “paziente zero” a Novara, ma sempre dal profondo nord arrivano i contagi? Il risultato è che gli ospedali del Bresciano tornano ad imporre le mascherine isteriche. Per l'influenza? No, per il Covid. “Assurdo” secondo il virologo Bassetti in uno dei suoi vertiginosi cambiamenti di approccio, fondamentale secondo il collega Pregliasco, sempre coerente: “Se entra la variante australiana le conseguenze potrebbero essere importanti”. Importanti in che modo? “Importanti”. La gaia scienza ridotta a bollettino degli aruspici e degli astrologi. Il ritorno delle mascherine isteriche, che non se n'erano mai andate, testimonia della continuità coi precedenti dell'attuale governo che aveva promesso maggiore sobrietà e dovrebbe disinnescare i catastrofismi millenari. Ma l'attuale regime finge di gettare acqua sul fuoco lasciato liberamente appiccare dalle istituzioni periferiche. Insomma se ne lava le mani e appena può fomenta. Servono le mascherine esorcistiche? No, ma “non si sa mai”. Un modo di procedere che testimonia della sostanziale insipienza della classe medica, della sua superstizione che non lascia tranquilli anche perché pervicace: si torna ai medesimi errori, alle stesse farse, ai sanitari che ballano come palombari o scampati all'ecatombe nucleare. Il virus muta di continuo e gli si corre dietro in modo insensato, a suon di nuovi vaccini “che sono nuovi, non la quinta dose di quell'altro” come dice il dottor Bertolaso, assessore al benessere sociale della Lombardia per Forza Italia. Emerge come sempre più inevitabile il nuovo approccio della gaia, ma lugubre, scienza: vaccinare i sani, farli ammalare per ridurli a puntaspilli di vaccini, uno per ogni cosa, dal cancro all'infelicità. Funzionano, servono? In un certo senso servono, fanno ammalare e quindi aprono la strada a nuovi vaccini e nuovi affari. E che facciano ammalare non è più ammissibile negarlo, contestarlo: o trovate una spiegazione valida, scientifica per la pandemia, questa sì, di morti improvvise, di mali galoppanti, o tacete, ma non potete continuare a cavarvela con la solfa “è sempre successo” o dando la colpa allo “stile di vita”. Aveva uno stile di vita come Amy Winehouse quella povera segretaria di hotel a Modena, la quarantenne Monica Buscema morta nel sonno, trovata dal figlio di 8 anni? “In piena salute, mai un disturbo, nessuna avvisaglia” dice il marito, il falegname Natalino. Viveva come Iggy Pop il sindaco di San Pier d'Insonzo, Claudio Bignolin, anche lui morto nel sonno a 69 anni? Aveva le abitudini di Keith Richards il trentaduenne Luca Nicchetto, da Chioggia, trovato stecchito nel suo letto da una parente? Siate seri, cari propagandisti e negazionisti: non si era mai visto niente del genere negli ultimi mille anni, forse mai e questo dal 2021, dalla vaccinazione facoltativa ma ricattatoria, ma coatta. E non può essere un caso e nessuno può essere tanto stupido da credere ancora al caso, neppure la Commissione Covid dove l'imboscato Conte provoca le vittime, le invita a denunciare sapendo che non otterranno alcun risultato.
Ogni tanto all'informazione scappa qualche notizia, si direbbe per mancanza di controllo o per sbadataggine. Sulla testata “Leggo” si trova il caso di un 54enne che non ha dubbi: “Ero in forma e pieno di salute, ero uno sportivo, correvo 10 chilometri al giorno, dopo la seconda dose il corpo è crollato, non ha obbedito più, mi sono ritrovato pieno di dolori e, alla fine, una neuropatia trigeminale, una infiammazione nervosa irreversibile”. E che sia stata la doppia dose non ha dubbi visto che glielo hanno confessato gli stessi che lo avevano convinto a vaccinarsi. “Il vaccino mi ha distrutto, voglio che la gente riconosca gli effetti avversi”. Forse ce la farà, Larry Lowe non è italiano, sta in Irlanda e la BBC ha riportato la sua disgrazia: la RAI non si sarebbe mai azzardata e così i network privati. Anche il cantautore Drupi, sempre più somigliante a Romano Prodi capellone, ha confessato di avere sconfitto un cancro polmonare nell'ultimo anno; a fine 2021 diceva, testuale: “A me basterebbe che questo schifoso, lurido virus sparisse, sarebbe un regalo, e se non dovesse succedere spero almeno che quelli che non fanno il vaccino che si convincessero a farlo”. Si sono convinti e stanno come lui ma non tutti con la sua fortuna. Ci siamo convinti, per sfinimento, per impossibilità, nella convinzione di scegliere un male probabile ma il male minore, non essendo di quelli nati scienziati da bar, e ci siamo ritrovati a milioni su una poltrona, invasi da tubicini dove scorreva il veleno per cacciare altro veleno. Ma non avevamo scelto, ci eravamo costretti: oggi, 15 ottobre, l'anniversario delle leggi razziali di Draghi, il green pass senza il quale si usciva dal consorzio civile. Più avanti degenerato in supergreenpass secondo formula delirante: “Non ti vaccini ti ammali muori e fai morire”. Era l'esatto contrario ma tornano le maschere, torna il fanatismo e torna, carsico, il presagio di sventura da superare con nuovi vaccini e nuovi coprifuoco che non isolano, non servono, “ma non si sa mai”.
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