Covid, “il lockdown ha invecchiato il cervello degli adolescenti più velocemente, danni maggiori nelle donne” - lo STUDIO dell’Università di Washington
A subirne gli aspetti negativi maggiori sarebbero state le donne. La maturazione cerebrale di quest'ultime avrebbe avuto uno sviluppo più rapido degli uomini, 4,2 anni contro 1,4 anni
Il periodo del Covid ha inficiato molto sulla salute mentale dei giovani. In particolare il lockdown ha "invecchiato più velocemente il cervello degli adolescenti", in particolare la fascia d'età 9-17 anni. A subirne gli aspetti negativi maggiori sarebbero state le donne. La maturazione cerebrale di quest'ultime avrebbe avuto uno sviluppo più rapido degli uomini, 4,2 anni contro 1,4 anni. Lo studio è stato condotto dall'University of Washington di Seattle e pubblicato sulla rivista 'Pnas' (Proceedings of the National Academy of Sciences) e finanziato dalla Bezos Family Foundation istituita dai genitori dell'ex presidente e amministratore delegato di Amazon.
Covid, “il lockdown ha invecchiato il cervello degli adolescenti più velocemente"
Uno studio sulle restrizioni da Covid condotto negli Usa mette nero su bianco come il lockdown abbia portato più effetti negativi che positivi. Un dato emerso peraltro già da altri studi effettuati negli ultimi 3 anni. Uno nello specifico ha addirittura asserito come il lockdown abbia addirittura portato "più morti del virus". La misura che ha ovviamente fatto capolino anche in Italia era stata pensata per contenere il virus, ma in fin dei fatti non è mai riuscita nel suo intento, visto che i contagi sono stati ugualmente tantissimi. Anzi, ha avuto effetti negativi sui giovani come evidenzia lo studio Usa.
Patricia Kuhl, autrice senior del lavoro, ha spiegato: "Pensiamo alla pandemia di Covid-19 come a una crisi sanitaria, ma sappiamo che ha causato altri profondi cambiamenti nelle nostre vite, soprattutto per gli adolescenti". Il confinamento è stato devastante per il cervello dei più giovani, costretti a restare chiusi in casa senza la possibilità di poter fare una passeggiata o vedere i loro amici. La loro corteccia cerebrale è risultata assottigliata a causa dei traumi, come è capitato per i veterani del Vietnam.
L'autrice Neva Corrigan racconta: "Ci siamo chiesti quali parametri ci avrebbero permesso di capire l'impatto del blocco pandemico sul cervello, cosa avesse significato per i nostri adolescenti non uscire, stare a casa piuttosto che con gli amici, a scuola o a fare sport".
Le ragazze colpite in maniera maggiore dal lockdown
Patricia Kuhl continua: "Gli adolescenti camminano su una corda tesa, cercando di mettere insieme le loro vite. Vivono una pressione tremenda" già di base. "Poi arriva una pandemia globale e i loro consueti canali di sfogo dello stress spariscono, mentre la pressione sociale rimane perché ci sono i social. Con Covid tutti gli adolescenti sono stati isolati, ma le ragazze ne hanno sofferto di più. L'isolamento ha colpito il loro cervello in modo molto più drammatico".
È ancora presto per sostenere se si tratti di un danno irreversibile. Lo studio era stato avviato nel 2018 su 160 giovanissimi. Gli scienziati avevano programmato di rivalutare i partecipanti nel 2020, ma la pandemia di Covid ha ritardato i test fino al 2021, cambiando di fatto l'obiettivo della ricerca.